Si celebra oggi, 2 ottobre, la festa dei nonni: istituita nel 2005, la festa è un omaggio ai nonni, figure centrali nella nostra società che quotidianamente si occupano dei nipotini e che aiutano le famiglie.
E non è un caso che la festa cada proprio oggi, 2 ottobre, visto che è lo stesso giorno in cui la Chiesa festeggia gli Angeli.
I nonni sono festeggiati anche all’estero anche se con date e ricorrenze diverse: in America ad esempio decenni si tengono manifestazioni per la Festa dei Nonni la prima domenica di settembre dopo il Labor Day, nel Regno Unito i nonni si festeggiano ogni prima domenica di ottobre, in Francia ci sono la Festa della Nonna e la Festa del Nonno. La Festa dei nonni ha anche un fiore ufficiale, il nontiscordardimé, ma oggi per festeggiate i nonni, proponiamo tre poesie da dedicare loro, di Gabriele D’Annunzio, di Fernando Pessoa, di Bruno Tognolini.
Alla nonna
Di Gabriele D’Annunzio
D’inverno ti mettevi una cuffietta
coi nastri bianchi come il tuo visino,
e facevi ogni sera la calzetta,
seduta al lume, accanto al tavolino.
Io imparavo la storia sacra in fretta
e poi m’accoccolavo a te vicino
per sentir narrar la favoletta
del Drago Azzurro e del Guerrier Moschino.
E quando il sonno proprio mi vinceva
m’accompagnavi fino alla mia stanza
e m’addormivi al suono dei tuoi baci.
Agli occhi chiusi allor mi sorrideva
in mezzo ai fiori una gioconda danza
di sonni dolci, splendidi e fugaci.
Filastrocca della nonna in altalena
Di Bruno Tognolini
Cara nonna in altalena, mi hanno detto
Che tu voli fra il presente ed il passato
Io lo so cos’è il presente, siamo noi
Non m’importa se sei prima o se sei poi
Se ti svegli di mattina
E mi vedi sorellina
Poi sei mamma a mezzogiorno
Con i tuoi bambini intorno
Poi sei nonna nella sera
E io nipotina vera
E di notte cosa sei
Quando è chiusa quella porta
Se sei prima o se sei poi non m’importa
Tu non sai cos’è il presente, ma io sì
Il presente siamo noi e siamo qui
Una mano vecchia tiene una manina
È tua figlia, è tua nipote
“Ma chi è questa bambina?”
Nonna persa in una fiaba di orologi e di altalene
Non mi importa quando sei
Ma che stai bene
Meditazione del nonno e balocchi del nipote
Di Fernando Pessoa
Vedendo il nipote giocare
dice il nonno, rattristato:
“Ah, potessi tornare
a essere così occupato!
Tornare al tempo in cui
facevo castelli così,
lasciando che restassero
a volte per il giorno dopo;
e tutta la mia tristezza
era, destandomi per vederlo,
vedere che la serva già aveva
riposto il mio castello”.
Ma il nipote non lo ode
perchè è preoccupato
per l’errore che c’era
al portone per il soldato.
E, mentre il nonno pensa, e, triste,
rimembra l’infanzia andata,
mai più una casa esiste
o un altro castello cade;
e il nipote, infine guardando
e vedendo il nonno piangere,
dice “È caduto, non importa:
lo rifaccio subito”.
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