Stanchezza, spossatezza e difficoltà di concentrazione sono gli effetti provocati da una carenza di ferro di primo livello, cioè da una carenza che non è ancora patologica, ma che può diventarlo se non si correggono alcune cattive abitudini.
Se ad esempio in tali casi non si agisce in maniera opportuna, si potrebbe passare ad una mancanza di ferro di secondo livello, fino ad arrivare al terzo che comporta la vera e propria anemia.
Questa condizione è provocata da una carenza di emoglobina nel sangue e di solito si verifica nei periodi di aumento del fabbisogno di nutrienti. Per questo, i soggetti maggiormente colpiti sono gli adolescenti, le donne in gravidanza o in allattamento e gli anziani.
Proprio in relazioni a ciò, l’European Journal of Clinical Nutrition ha realizzato nell’ambito del progetto HELENA, al quale hanno partecipato anche ricercatori italiani dell’Inran (Istituto nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione), uno studio per testare i livelli di ferro nella popolazione dei teen ager. I risultati hanno mostrato che nella Roma di questi ultimi tempi (lo studio è stato condotto in 10 diverse capitali europee) il 21% delle ragazze e il 17% dei ragazzi soffrono di carenze di ferro di primo livello. Solo il 2% invece sono coinvolti in una vera e propria anemia.
A causa del ciclo mestruale, abbondante magari, che è una vera e propria perdita di nutrienti e di minerali tutti i mesi, le ragazze hanno bisogno di un apporto di ferro giornaliero pari a 18 mg rispetto ai ragazzi che invece ne dovrebbero assumere 12 al giorno e per questo le prime sono maggiormente soggette all’anemia.
Tuttavia, sia i ragazzi che le ragazze dovrebbero fare attenzione affinchè i livelli standard non scendano sotto la soglia minima: nutrirsi di verdure e alimenti ricchi di ferro spesso non è sufficiente, l’aspetto più importante riguarda la capacità di assimilazione del minerale da parte del corpo.
Per assimilarne in maniera maggiore è necessario sapere che il ferro contenuto nei vegetali (sono particolarmente consigliati quelli a foglia come broccoli e spinaci, oltre alla frutta secca) deve essere abbinato alla vitamina C e che anche la carne (soprattutto le interiora) e il pesce ne contengono molto.
Un dato inaspettato poi riguarda la relazione che sembra esserci tra la carenza di ferro e l’obesità. Inizialmente si pensava che questo fosse dovuto ad una dieta scorretta, ma poi si è ipotizzato che l’infiammazione dovuta all’obesità possa ridurre il livello di un ormone (l’epcidina) che riduce la capacità dell’intestino di assimilare il ferro.
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