A noi mamme capita piuttosto di frequente di avvertire, quasi per caso, che la fronte del nostro bambino è piuttosto calda; non tanto da far pensare ad una febbre, ma abbastanza da farci sospettare che qualcosa non vada. In effetti nella gran parte dei casi può trattarsi di febbriciattola, cioè di un lieve rialzo della temperatura, piuttosto che di febbre vera e propria della quale si può parlare solo in presenza di temperature superiori a 37.5°.
Bisogna però tener conto del fatto che, se la temperatura normale è considerata compresa fra 35° e 37°, ogni bambino ha la propria temperatura corporea e che questa varia nel corso della giornata (è più alta alla sera) e in seguito a momenti particolari (quando il bambino si agita ad esempio).
La febbricola del bambino raramente è dovuta ad un’infezione, mentre può essere una reazione alle vaccinazioni o fare la propria comparsa dopo un lungo periodo di permanenza al sole; dopo l’anno di età è opportuno consultare il pediatra se la febbre supera i 38.5° ed è accompagnata da altri sintomi importanti quali vomito, diarrea, tosse e abbattimento del piccolo. Altrimenti è il caso di aspettare 24 ore e tenere in piccolo sotto osservazione. Diverso è se il rialzo della temperatura, anche lieve, riguarda un bimbo di pochi mesi (fino a sei); in questo caso meglio chiamare subito il medico.
In generale, quando il bambino appare febbricitante la temperatura andrebbe controllata tre volte al giorno: mattino, pomeriggio e sera. Superare le tre misurazioni al giorno non è consigliabile, pena il rischio di farlo innervosire; per superare questo inconveniente, sempre in agguato con i bambini molto piccoli, è opportuno scegliere il metodo di misurazione più adatto: i nuovi termometri auricolari a raggi infrarossi ad esempio permettono di misurare la temperatura al bambino praticamente senza che se ne accorga, anche mentre dorme.