La febbre reumatica colpisce ancora i bambini italiani

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La febbre reumatica, o malattia reumatica, rappresenta una complicanza di un’infezione alla gola causata dallo Streptococco emolitico di gruppo A alla quale il sistema immunitario reagisce in maniera anomala attaccando l’organismo anzichè l’agente patogeno; ad essere colpiti dagli anticorpi “impazziti” sono soprattutto le articolazioni, la pelle, il sistema nervoso e il cuore, con la conseguente insorgenza di eritemi, artrite, malattie cardiache e neurologiche.

Di questa insidiosa patologia si è tornato a parlare grazie ai pediatri e ai cardiologi dell’Ospedale infantile Busto Garofolo di Trieste che, in uno studio pubblicato su Rheumatology, hanno, purtroppo, dovuto smentire la convinzione, diffusa nella comunità scientifica, che fosse ormai in via di estinzione. O meglio, hanno registrato un rialzo dell’incidenza della febbre reumatica che era effettivamente molto diminuita nello scorso decennio.

I medici triestini hanno infatti rilevato, nel periodo compreso fra gennaio 2007 e dicembre 2008, tredici episodi di febbre reumatica in tutto il Friuli Venezia Giulia in bambini e ragazzi di età compresa fra cinque e quindici anni, un numero di casi ritenuto abbastanza elevato da dover riportare l’attenzione dei pediatri verso questa patologia. Nella metà dei casi i giovani pazienti hanno riportato complicanze cardiache.

Ancora una volta, l’arma migliore, sottolineano gli esperti del Busto Garofolo, è la prevenzione attraverso la somministrazione di antibiotici efficaci contro questo batterio in seguito alla diagnosi con il tampone faringeo; è dunque fondamentale che i pediatri non abbassino la guardia, come afferma, sul Corriere della sera, Serena Pastore, il medico che ha coordinato lo studio:

A partire dai primi del Novecento c’è stata un’impressionante riduzione dell’incidenza di questa patologia nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo, nei quali la malattia reumatica rimane tuttora una questione di carattere sociale e medico di enormi proporzioni. Questa non è però la prima volta in cui si assiste a una sua ripresa: negli anni Ottanta era infatti già accaduto in alcuni Stati Nordamericani, ma anche in certe zone d’Italia, come le città di Melegnano e Roma. La recrudescenza della febbre reumatica che abbiamo osservato a Trieste rappresenta sicuramente un monito per tutti i pediatri che operano nei Paesi industrializzati perché non abbassino la guardia nei confronti di questa patologia. Riconoscerla è fondamentale per avviare la profilassi obbligatoria delle ricadute, che possono manifestarsi con sintomi e segni più gravi rispetto all’esordio

[Fonte]

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