Febbraio sta per finire: con i suoi 28 giorni (29 ogni 4 anni, in occasione dell’anno bisestile) l’ultimo mese della stagione invernale è anche il più corto dell’anno che anticipa la bella stagione, ma non dimentica il freddo.
Ma in attesa della primavera astronomica che arriverà il 1 marzo, ecco tre poesie per ricordare il mese di febbraio, Terra promessa di Giuseppe Ungaretti, Sole di febbraio di Francesco Pastonchi, Faccia a faccia di Tomas Tranströmer.
Terra promessa di Giuseppe Ungaretti
Ogni anno, mentre scopro che febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe,
la mimosa. S’inquadra alla finestra
di quella mia dimora d’una volta,
di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
segno sarà che niuna cosa muore
se ne ritorna sempre l’apparenza?
O saprò finalmente che la morte
regno non ha che sopra l’apparenza?
Sole di febbraio di Francesco Pastonchi
Sole dipinto su chiazze di neve
di tra gli alberi scarni. Le colline
si piegano soavi ad invocare
passi di giovinezza. È tardi, è tardi
ora e il riassaporarli amaro.
Ma è felicità nell’aria, e voglia
d’incontri ha il cuore per solinghe strade,
dove già forse qualche orma di primule
lascia coi nudi piedi primavera.
Faccia a faccia di Tomas Tranströmer
In febbraio la vita era immobile.
Gli uccelli non volevano volare e l’anima
grattava il paesaggio come una barca
gratta il pontile cui è ormeggiata.
Gli alberi mi voltavano le spalle.
La profondità della neve si misurava dai morti fili d’erba.
Le tracce i superficie invecchiavano.
Sotto in telo la lingua moriva.
Un giorno giunse qualcosa alla finestra.
Il lavoro si arrestò ed io alzai lo sguardo.
I colori ardevano. Tutto si voltò.
La terra ed io balzammo l’una contro l’altro.
FEBBRAIO, TRE POESIE PER IL MESE PIU’ CORTO DELL’ANNO
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