I pediatri consigliano ai genitori di far seguire ai propri figli un’attività sportiva il prima possibile. Ciò contrasta la sedentarietà sempre più dilagante legata alla società moderna ed il rischio correlato di sovrappeso ed obesità. Ma non solo: da uno studio condotto da Alex Dregan del King’s College di Londra, si evince come praticare sport in tenera età abbia delle positive ripercussioni sulla salute anche una volta adulti.
Al centro della ricerca quindi l’attività sportiva nei più giovani, già intorno agli 11 anni, che stimolerebbe il mantenimento della sana attività del cervello anche a 50 anni. Che si tratti di corsa, di nuoto, di palestra, di tennis o ancora di calcio e pallavolo, lo sport praticato da piccoli farà si che la salute del nostro cervello si mantenga in buone condizioni anche giunti alla mezza età.
Lo studio, pubblicato su Journal of Psychological Medicine, è stato condotto su circa 9000 persone che sono state monitorate attraverso delle interviste a partire dagli 11 anni, sui dati relativi all’attività sportiva praticata fin al raggiungimento dell’età adulta. Contestualmente gli stessi individui sono stati sottoposti ad una serie di test volti a sondare i cambiamenti relativi alla memoria, alle capacità di apprendimento e di attenzione.
Il risultato? E’ stato dimostrato come coloro i quali hanno praticato sport in maniera regolare dagli undici anni in poi hanno mantenuto nel tempo una buona funzionalità del cervello. Esito incoraggiante che potrebbe spingere i genitori ad insistere sulla scelta di uno sport anche di fronte alla pigrizia dei bambini.
In fondo praticare attività fisica apporta una serie di benefici che possiamo sintetizzare nel benessere psicofisico e nella qualità di vita, nella sensazione di sicurezza in se stessi, nel senso di benessere oltre che nell’aiuto per affrontare nel migliore dei modi situazioni in cui si è esposti a stress di vario tipo.
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