Dall’esperienza e dalla professionalità di due centri di eccellenza nel campo ospedaliero pediatrico, quali l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, arriva una nuova tecnica di chirurgia fetale salva-vita: si chiama Exit (ex utero intrapartum treatment).
Questo approccio consiste nell’intervenire chirurgicamente sui feti portatori di anomalie che ne mettono a rischio la sopravvivenza (lesioni toraciche estese, lesioni polmonari complesse, cardiopatie, tumori) e viene messo in atto al momento del parto cesareo, quando ancora il cordone ombelicale non è stato tagliato: in un certo senso, quindi, prima ancora che il bambino sia effettivamente “nato”.
Il Centro Exit ha già salvato la vita a due nascituri, un bambino e una bambina, nel mese di luglio 2012: prima che essi fossero completamente estratti dall’utero, l’equipe chirurgica ha rimosso quelle malformazioni che avrebbero compromesso la sopravvivenza dei piccoli durante il parto.
Si tratta, come si può ben immaginare, di una tecnica estremamente complessa, che necessita di personale altamente specializzato tra ginecologi, ostetrici, psicologi, ecografisti, radiologi, infermieri, genetisti, chirurghi, anestesisti, neonatologi.
Come afferma il Direttore del Policlinico Gemelli, Maurizio Guizzardi:
Il concretizzarsi di un’alleanza tra Gemelli e Bambino Gesù per l’attuazione di una complessa e multidisciplinare terapia intraparto qual è EXIT è una buona notizia per la città di Roma e per tutto il Paese. I due ospedali mettono insieme le loro migliori competenze per la tangibile tutela della vita nascente: si tratta di vite fragili con severe anomalie fetali, che vengono aiutate dalla scienza medica a venire al mondo.
Inoltre, aggiunge Giuseppe Profiti, Presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù:
Raccordare le competenze espresse dai professionisti del Policlinico Gemelli con l’esperienza e le peculiarità dei chirurghi neonatali e degli altri specialisti del Bambino Gesù, ci consente di realizzare un progetto ed una struttura innovativa tra le poche nel panorama internazionale dimostrando come, senza risorse aggiuntive, la capacità di combinare insieme le eccellenze già presenti nel sistema generi di per sé valore clinico e scientifico aggiuntivo.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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