A meno di un mese dalla dichiarazione di incostituzionalità del divieto dell’eterologa, si registra un numero cosiderevole di richieste di potere usufruire di tale modalità di fecondazione. Sarebbero ben 3.500 le domande giunte dal 9 aprile scorso. Come afferma Elisabetta Coccia, presidente dell’Associazione dei centri di fecondazione Cecos Italia, il numero di richieste è elevato, ma si è ancora in attesa di indicazioni chiare e precise da parte del Ministero della Salute su come procedere.
Solo pochi giorni fa la la Corte Costituzionale dichiava l’illegittimità del divieto di fecondazione eterologa, ovvero della “norma della legge 40 del 2004 che vietava il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta”. Da quel momento le coppie a richiedere di potersi sottoporre alla fecondazione eterologa sono state parecchie. Sempre a quanto afferma Elisabetta Coccia i centri specializzati sarebbero anche pronti ad iniziare, ma fondamentale è l’intervento preventivo del Ministero della salute, che dovrebbe fornire le indicazioni necessarie a dare il via a tale processo.
Le domande più frequenti da parte delle famiglie interessate riguardano proprio l’iter da porre in essere, domande alle quali non è ancora possibile dare una risposta a causa dell’incertezza che ruota intorno alla vicenda. Non resta che aspettare l’emanazione da parte del Ministero della salute delle linee guida alle quali, i centri specializzati resisi da tempo disponibili e pronti ad operare, dovranno attenersi. Dal canto suo il Ministero è intervenuto facendo sapere che non appena verranno rese note le motivazioni della sentenza sarà possibile individuare e diffondere le modalità di attuazione.
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