Diventare mamma con l’aiuto della medicina. Oggi non è una cosa tanto rara, anzi sono moltissime le donne che scelgono la fecondazione per realizzare il sogno della loro vita e soprattutto per sconfiggere i problemi di fertilità. Questa prassi ha portato a innalzare l’età media della prima gravidanza. E non solo.
Sono abbastanza note le star avanti con gli anni che sono ricorse al trattamento in vitro, da Gianna Nannini a Heather Parisi, fino alla presentatrice televisiva Antonella Clerici. Per assecondare questo desiderio, la giunta regionale del Veneto ha deciso di innalzare a 50 anni l’età massima entro cui le donne possono usufruire del trattamento attraverso il ticket del servizio sanitario nazionale.
Quale sarebbe la novità? Prima di tutto che nel resto d’Italia la soglia è di 43 anni e ovviamente dare 7 anni in più vuol dire incentivare ulteriormente le gravidanze tardive, oltre che alimentare una polemica che tiene banco da parecchio tempo: ma esiste un’età giusta per diventare mamma e quale deve essere il limite? A 50 anni sempre che il corpo ce lo permetta poi subentrano altri problemi: la resistenza fisica è minore che a 30 e il gap generazionale è enorme. È vero che è aumentata la vita media, ma non è una scelta comunque egoistica? Non si passa direttamente dall’essere genitori all’essere nonni? Federica Nenzi, dell’ospedale di Oderzo (Treviso), ha dichiarato:
In Italia non si registrano parti sopra i 43 anni di donne sottoposte a procreazione assistita. Innalzare questo termine significa ingolfare ulteriormente le liste d’attesa e sprecare soldi utili a pazienti più giovani.
[Fonte: LaStampa]
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