Che essere madri sia un lavoro h24, chi lo ha provato, lo sa bene. Tra l’altro non ci sono ferie, giorni di riposo e soprattutto non c’è la malattia. La mamma perde nei primi anni di vita del bambino il diritto di stare male: viene prima lui, sempre e comunque, anche perché non è autonomo. Che si debba essere pagati per fare questo, sembra assurdo (e ricordiamo che per molte è un vero privilegio).
Gli americani hanno inventato il «wife bonus», il bonus delle mogli. È un bonus che viene dato alle consorti madri alla fine dell’anno dai signori super ricchi di New York. Lo ha scoperto Wednesday Martin, una sociologa americana che nel 2004 si è trasferita con la famiglia nell’Upper East Side. Per lavoro e curiosità si è messa a studiare le mamme conosciute ai giardini e all’uscita dell’asilo.
Il «wife bonus» risponde agli stessi criteri della «tredicesima» pagata a fine anno ai CEO di un’azienda. Non tanto in base ai profitti quanto sulla performance dell’interessata: se ha amministrato bene il budget, se è riuscita a fare entrare i figli nelle migliori scuole private. Ultimo dettaglio, quello davvero più tremendo, se il consorte è stato soddisfatto a letto. Direi che sono decisamente un po’ più che mogli e madri. Ecco come le descrive la dottoressa:
Vivono segregate in un universo femminile. Serate ad alto tasso alcolico solo per ragazze, lunch tra loro, gala di beneficenza solo per donne, vacanze solo tra amiche: È più divertente e più facile, hanno detto le «cavie» dello studio, e i loro mariti sono d’accordo. Segregazione «per scelta»? O sono felici?
Intendiamoci non sono donne qualsiasi, sono più alla Sex & The City. Hanno preso lauree e dottorati nelle prestigiose università americane, parlano diverse lingue ma hanno scelto di non fare carriera per dedicarsi ai figli (tre o quattro di solito) e alle case, veri propri attici nelle zone più chic di Mahanattan, una volta trovato il buon partito.
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