http://www.youtube.com/watch?v=apzXGEbZht0
I traumi infantili sono in un certo senso un mistero: è risaputo che esistano situazioni traumatiche, che esse abbiano effetti negativi nell’immediato e nei tempi lunghi dello sviluppo, portando in alcuni casi ad una vita difficile da adulto, ma spesso non si riesce a comprendere quali ne siano le cause.
L’emotività di un neonato è ovviamente molto diversa da quella di un adulto e un genitore potrebbe involontariamente assumere comportamenti che recano danni e disturbano lo sviluppo cognitivo dell’individuo.
Alcuni esperimenti sulla comunicazione tra madre e bambino cominciati già negli anni ’80 sono utili a suggerire quali atteggiamenti ed espressioni sarebbe meglio non assumere con il proprio figlio.
Nel 1978 Edward Tronick ha dato il via alle ricerche sulla cosiddetta still face (che in questo caso significa “volto inespressivo”): in pratica si registrano i segnali rilevanti della comunicazione tra mamma e bambino e ci si concentra sui fattori che sembrano provocare reazioni negative nel secondo.
Si è così notato che a seguito dell’interruzione della comunicazione da parte della mamma, sebbene ella continui ad essere fisicamente presente di fronte a lui, il neonato reagisce con chiari segni di emozionalità negativa: pianto, atteggiamenti consolatori come succhiarsi il pollice, incremento dell’agitazione, etc.
Dunque, se la mamma ha uno sguardo assente, non sorride, è inespressiva, non coinvolta e non reattiva alle richieste emotive del figlio, quest’ultimo ne soffre.
Il peso della still-face è per il bambino così ingente da richiedere una fase di riparazione, in gergo psicologico di reunion, in cui la mamma deve “riconquistare” la sua fiducia e la sua positività.
Allego il video dell’esperimento di Tronick perché, sebbene sia in inglese, le immagini sono molto indicative per provare l’importanza della qualità degli scambi emotivi tra genitori e figli, provando quello che ulteriori ricerche stanno recentemente mettendo in evidenza: amore e affetto sono per i figli molto più importanti dei beni materiali, mentre le conseguenze negative di abusi, di depressione dei genitori, di neurosi e altri disturbi psicologici sembrano altissime e spesso insuperabili.