Quanti esami in gravidanza! Sono tutti utili e necessari? Chi sceglie di farsi seguire da un ginecologo privato mediamente fa un’ecografia al mese, una a controllo. Secondo le nuove linee guida, in via di pubblicazione, elaborate dal Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, non bisognerebbe fare un’ecografia fetale prima della decima settimana. Come mai? Secondo gli esperti gli ultrasuoni mettono i piccolino a rischio.
Si è sempre detto che gli ultrasuoni siano assolutamente privi di controindicazioni, ora invece arriva questo studio a gettare un’ombra. Gli esperti britannici criticano l’abitudine, diffusa tra diverse cliniche, di effettuare le ecografie già a partire dalle 6 settimane, e la tendenza di alcune coppie a “collezionare” le immagini ecografiche come souvenir del periodo gestazionale. Alzi la mano chi non ha seguito questo trend? Ci sono mamma e papà in attesa che hanno passato il loro tempo a “spiare” il piccolo.
Quali siano i rischi per il futuro nascituro non sono stati chiariti, tra le eventualità c’è il riscaldamento prodotto dagli ultrasuoni. Christoph Lees, esperto in medicina fetale e ostetricia dell’Imperial College London di Londra, ha commentato:
L’ecografia fetale è una risorsa fondamentale per individuare i possibile rischi cui potrebbe essere esposto l’embrione. Non ci sono, per il momento, motivi per mettere in discussione la sicurezza dell’ecografia diagnostica in questo contesto. Tuttavia, l’ecografia viene sempre più utilizzata senza evidente giustificazione medica, e dobbiamo essere consapevoli della possibilità di sottili effetti negativi a lungo termine, soprattutto nelle prime settimane di gestazione, quando l’embrione è potenzialmente più vulnerabile.
Insomma, non si dice di non utilizzare questo strumento di diagnosi, ma semplicemente di non abusarne. In Italia, il Sistema sanitario consiglia tre ecografie, una per trimestre. E come sappiamo bitest e translucenza nucale avvengono tra l’11esima e la 13esima settimana. Forse basterebbe attenersi ad alcune regole di buon senso, ma sta ai medici indicare – in questo contesto – la strada più giusta.
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