Se ne è parlato durante il 72esimo congresso della Società italiana di pediatria e della Società italiana di neurologia pediatrica a Firenze: l’epilessia, se non riconosciuta fin dai primissimi mesi di vita, può causare gravi ritardi motori nel bambini. La raccomandazione degli esperti è, dunque, quella di prestare particolare attenzione alle forme di epilessia nascosta nei neonati.
Secondo quanto spiegato dagli esperti, le crisi convulsive nei neonati andrebbero indagate per verificare o meno la presenza di una malattia genetica, forse poco diffusa, causata da una carenza di vitamina B6. Si tratta di una malattia che nella maggior parte dei casi si manifesta in età neonatale. Dati i possibili effetti devastanti, se non curata, i pediatri auspicano si possano aggiornare i protocolli terapeutici somministrando ai piccoli la sostanza in questione e scongiurando, così, eventuali ritardi motori dai quali potrebbero essere colpiti.
Come afferma Raffaele Falsaperla, presidente della Sinp
“Purtroppo ad oggi la diagnosi non è sempre tempestiva. Se la crisi non si presenta nel primissimo periodo di vita può essere misconosciuta. Ecco perché è importante sensibilizzare i pediatri nel riconoscere la patologia”
Se attualmente il trattamento con la piridossina è previsto nei primi 30 giorni di vita del bambino, il dottor Falsaperla chiede e si augura che possa essere prolungato anche successivamente al primo mese applicando le dovute modifiche alle linee guida in vigore ad oggi.
“Le cause della malattia sono soprattutto genetiche ed è importantissimo aumentarne la conoscenza tra i pediatri perché l’insufficienza di piridossina oltre alle epilessie può portare nel bambino anche ritardi motori importanti. Va inoltre considerato che questo tipo di epilessia non risponde alla terapia farmacologica tradizionale”.
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