Cos’è l’epidurale?
L’epidurale può essere definita un mezzo per ridurre il dolore del parto. Non si tratta infatti di una vera e propria anestesia ma un analgesico a basso dosaggio che permette di sentire ancora le contrazioni e di camminare. I farmaci usati infatti non vanno in circolo nel sangue ma rimangono a livello delle fibre nervose coinvolte nel dolore del parto dove agiscono nel giro di circa dieci minuti e rimangono attivi per circa due ore.
Come viene fatta l’epidurale?
L’epidurale viene fatta al momento ritenuto opportuno da ostetrica e ginecologo e solo una volta che il travaglio è a buon punto. Si fa inserendo un catetere (che rimane per eventuali iniezioni successive) nel cosiddetto spazio epidurale, ovvero tra le vertebre della zona lombare e la membrana che avvolge il midollo spinale in una zona che si trova poco sopra il punto vita.
In quali casi si fa l’epidurale?
L’epidurale viene praticata per rendere il parto meno doloroso. E’ particolarmente indicata nei casi di tocofobia, quando cioè la paura di soffrire è talmente grande che rende la madre angosciata al solo pensiero di partorire, in caso di parto distocico, e quando la futura mamma è affetta da particolari patologie come cardiopatia, diabete, ipertensione, epilessia.
Fare l’epidurale è rischioso?
L’epidurale potrebbe causare contrazioni poco efficaci che richiedono la somministrazione di ossitocina, oppure il ricorso al parto operativo se la partoriente non avverte bene le spinte. In alcuni casi si avverte una sensazione di pesantezza e calore alle gambe accompagnata da prurito transitorio. Può verificarsi un calo di pressione che viene subito corretto. Tra le complicanze più antipatiche troviamo la cosiddetta cefalea post puntura durale che fa la propria comparsa in una percentuale piuttosto ridotta di casi (compresa tra lo 0,5 e l’1%). Si tratta di un mal di testa molto intenso che si avverte solo quando si è in piedi circa 24-36 ore dopo il parto. Si cura con gli analgesici e restando a letto.
Quali analisi sono necessarie prima dell’epidurale?
Prima di fare l’epidurale sono necessarie analisi del sangue quali emocromo con conta piastrinica, coagulazione, elettrocardiogramma. Quindi si viene sottoposte a visita anestesiologica.
penso che l’epidurale sia uno strumento abusato che come tale privi la madre di sentire con tutta s… Mostra tuttoè stessa, nascere il proprio bambino. Mi sembra un furto dal quale nessuno mai ti risarcirà.
Io penso che le donne dovrebbero essere meno terrorizzate dai media, dai medici, dalle conoscenti sul dolore che si prova partorendo. La mia personale esperienza di parto in casa fortemente voluto è che le contrazioni sono sopportabili se supportate da persone che osservano che tutto proceda per il meglio. Sono CONTRAZIONI non dolori! Il nostro corpo è costantemente percorso da diversi tipi di contrazioni eppure le sosteniamo benissimo! Perchè non ci fanno l’epidurale per liberare l’intestino? E per liberare la vescica? Eppure sono contrazioni anche quelle! Anzi: sono il ritmo dell’energia vitale che si muove dentro di noi. Riflettete: rilassamento-contrazione, rilassamento-contrazione,….
Il bimbo fa un percorso simile (anche se può sembrare poco carino dirlo): il bimbo viene espulso dal corpo della madre per essere accolto nel caldo abbraccio fuori di esso.
Messa in condizione di “abbandonarsi” al flusso della vita durante il parto (contrazione-rilassamento-contrazione-…) la donna può percepire tutta la potenza della Vita che si manifesta con la nascita di un bambino e di una madre.
Perchè partorire in posizione supina a gambe all’insù?!
Qualcuno ha spiegato a queste madri che provano dolore in quella posizione perchè il bimbo deve PRIMA SALIRE lungo il canale del parto e poi uscire?
@ oriana:
Non sono assolutamente d’accordo! Io sono una forte sostenitrice dell’epidurale (ho due figli e in entrambi i parti vi ho fatto ricorso e in entrambi i casi ho uno splendido ricordo dei miei travagli).
Premesso questo (abbiamo due posizioni diametralmente opposte), credo che la giusta posizione stia nel mezzo. Nessuna donna che deve partorire conosce veramente come reagirà al momento del travaglio, non ha un termine di paragone per il dolore che proverà (ho sentito le più disparate esperienze… dal crampetto sopportabilissimo al dolore più atroce che uno possa immaginare – ma è sempre stata un’esperienza diversa da quella attesa).
Concordo sul fatto che solo raramente viene fatta un’adeguata preparazione ad affrontare il dolore da parto, perchè di dolore si tratta (mi sembra assurdo affermare che non lo sia, come lo sarebbe dire che le coliche renali sono semplici, banalissime contrazioni e che quindi non ha senso ricorrere ad un centro medico).
Io credo che la sua posizione di sfavore derivi proprio dal fatto che ha partorito in casa: sicuramente chi l’ha seguita in gravidanza ha cercato di dissuaderla da questa scelta, ma quando ha riscontrato la sua ferma convinzione a vivere la nascita del suo bambino nella sua casa e non in un centro attrrezzato per le eventuali emergenze, ha sicuramento effettuato tutti i possibili controlli per verificare la fattibilità IN SICUREZZA del parto in casa.
Inoltre, la sua forte convinzione che il modo più giusto di far nascere il proprio figlio fosse NEL SUO CASO tra le mura domestiche è stato indubbiamente di grande aiuto nell’affrontare il dolore: le sue motivazioni erano indubbiamente più forti dei possibili dubbi o paure che invece provano la maggior parte delle donne.
Ripeto: il parto in casa viene fatto solo in casi molto selezionati, in cui il rischio che qualcosa possa andare storto sia estremamente basso (e in questo caso il dolore del travaglio è meno intenso – almeno così riportano alcune riviste scientifiche specialistiche)
Per quanto riguarda il “furto del dolore”, beh … me lo lasci dire … sono certa che nessuna donna lo rimpianga. Tra parentesi, anche con l’epidurale se ne sente un po’ e le donne che vi ricorrono non vedono l’ora che passi un “ladro” a portarglielo via (l’unico tipo di parto veramente senza dolore è il taglio cesareo programmato – perlomeno finchè dura l’anestesia, lì ciò che fa male è il puerperio).
Perciò, lasciamo che ogni donna faccia la propria scelta: ciò che conta è che nascita del proprio figlio deve restare il momento più bello della vita di una donna, in qualunque modo essa decida di viverlo.
Devo dire che Anna mi trova d’accordo su due punti: prima di tutto quando dice che ciascuna di noi ha il diritto di fare le proprie scelte su come far venire al mondo il proprio figlio; in secondo luogo devo ammettere che per quanto io durante la mia esperienza di parto sia stata seguita da personale competente dal punto professionale e umano quello che provavo era senz’altro dolore e se non lo avessi provato credo proprio non mi sarei sentita derubata di nulla! Non me ne voglia cara Oriana, ma la nascita di un bambino è un’esperienza personale e ciascuno di noi la vive secondo il proprio “sentire”.
Mi dispiace non aver scritto e rimedio ora, che la cosa più importante è che le donne siano messe in condizione di fare scelte in maniera consapevole. Nel momento in cui una donna e il suo compagno sono stati adeguatamente informati su tutte le possibilità (dal parto in casa, al cesareo passando per TUTTE le vie intermedie) valutando pro e contro, rischi e benefici, possono fare la scelta che sentono più “loro”, più personale, anche scegliere il cesareo se la donna ritiene di non essere in grado di sostenere il dolore del parto. Per me nn c’è alcun giudizio sulle scelte fatte dalla donna perchè ritengo che ognuna faccia la scelta migliore per quel momento della sua (e solo sua) vita, con gli strumenti che ha e di cui è consapevole.
La riflessione sull’abuso dell’epidurale era in relazione al fatto che non sempre è una scelta consapevole della donna ma è indirizzata da altre figure e in questo caso può darsi che sia la scelta migliore per la donna come può non esserlo.
Ognuna è libera di scegliere come vuole partorire, in maniera poco interventista e naturale o ipertecnologica.
Su questo non discuto.