Che le donne italiane non se la passino troppo bene è evidente. Nel nostro paese, lo ha ripetuto più volte nei giorni scorsi la regista Cristina Comencini, o lavori o fai figli. E se fai entrambe le cose, e le fai, vivi male. A confermarlo, ma i dati sono sostanzialmente invariati rispetto alle statistiche di qualche anno fa, sono i numeri della rilevazione multiscopo sull’uso del tempo libero svolta dall’Istat tra il 2008 e il 2009.
La giornata tipo di un italiano cambia, è naturale, a seconda di età, occupazione e sesso, ma se tutti gli occupati trascorrono molto più tempo a lavoro di quanto avvenisse un ventennio fa, solo per le donne questo ha coinciso con la diminuzione drastica del tempo libero a disposizione.
Le donne, infatti, una volta terminato il lavoro, sono oberate dalle faccende domestiche e si dedicano alla cura dei figli tre ore e mezza in più di quanto non facciano gli uomini, con il risultato di restare “in movimento” fino a dopo cena. Questo è tanto più vero nei fine settimana, quando la mamma rinuncia spesso allo svago per completare le faccende che non ha potuto svolgere da lunedì a venerdì.
Il fatto che una donna lavori non raprresenta quindi un buon motivo perchè il suo compagno la supporti adeguatamente nello svolgimento delle faccende domestiche.
A tutto questo si aggiunge, non mi stancherò mai dirlo, la carenza di servizi pubblici per la prima infanzia, la quasi totale assenza di scuole pubbliche che offrano il tempo prolungato, soprattutto al sud Italia, gli stipendi troppo bassi, a fronte del costo della vita sempre più elevato, la sempre più diffusa mancanza di diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Insomma l’assenza di politiche sociali ed economiche a favore di donne, bambini e famiglie.
Qualcuno ha detto che il paese si regge sul lavoro delle donne e a me non sembra affatto esagerato. Quindi adesso sai perchè quando ti alzi la mattina ti sembra ti avere tutto il peso del mondo sulle spalle!
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