Un nuovo studio condotto dalla Northwestern Medicine proverebbe che le donne in dolce attesa colpite da disturbo bipolare avrebbero necessità di aumentare la dose dei farmaci contro tale patologia, in quando la gravidanza ridurrebbe la loro efficacia. Il disturbo bipolare altro non è che una malattia mentale che provoca significativi sbalzi di umore alternando inoltre momenti depressivi a momenti di natura maniacale. Secondo lo studio in oggetto la gravidanza altererebbe l’efficacia dei farmaci assunti a tale scopo facendo perdere loro efficacia. Il fulcro del discorso sarebbe legato al cambiamento del metabolismo delle donne che varia durante il periodo gestazionale.
Grazie a tale scoperta sarà possibile per i medici intervenire per tempo ed agire in maniera preventiva sulla comparsa e sul trattamento del disturbo bipolare, che potenzialmente potrebbe avere delle gravi conseguenze sia nei confronti della futura mamma che del feto. In particolare, in base ai dati registrati in America, sarebbero 4,4 milioni le donne affette da tale patologia ed una percentuale elevata inciderebbe sulle donne in dolce attesa. La gravidanza dunque registrando dei cambiamenti fisiologici inciderebbe sull’efficacia dei farmaci assunti per combattere il disturbo bipolare, rendendoli meno efficaci.
Nello specifico, a fondamento della ricerca, ci sarebbe la scoperta che la concentrazione nel sangue del ‘lamotrigina’, comune farmaco utilizzato in patologie del genere, diminuisca nelle donne durante il periodo gestazionale per via dell’aumento del metabolismo durante la gravidanza. Monitorando i soggetti in questione si sarebbe arrivati alla conclusione che nella metà delle pazienti sarebbe stato accertato un peggioramento dei sintomi depressivi. La ricerca in oggetto, pubblicata sull’American Journal of Psichiatry, risulterà utile nella prevenzione e nell’intervento tempestivo con una cura mirata. Adesso rimane solo da capire in che misura aumentare le dosi dei farmaci anti disturbo bipolare durante la gravidanza e come diminuirli progressivamente dopo il parto, in modo che non provochino conseguenze negative sulla salute dei bebè.
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