In un parto normale e senza complicazioni, il feto in posizione cefalica compie un tratto in discesa dapprima effettuando una rotazione della testa e – una volta affiorata – compiendo una nuova rotazione corporea con la quale fuoriesce prima una spalla e dopo l’altra. Quando la seconda rotazione non si compie o non sortisce l’espulsione, il bambino rimane praticamente “incastrato” tra il canale di parto e il mondo esterno, perchè la spalla anteriore che dovrebbe uscire per prima non agevola la manovra.
Si parla dunque di distocia di spalla ed ha un’incidenza tra lo 0,2 e il 2% dei parti vaginali. Le cause? Principalmente tre: le dimensioni del feto, lo svolgimento della gravidanza e le circostanze del parto stesso.
Su 8 parti su 10 la causa è dovuta a macrosomia fetale, ovvero quando per peso e dimensioni del torace il bambino è superiore alla media (di solito sopra i 4 kg). Altre cause riguardano la madre, come ad esempio la conformazione del bacino, l’età avanzata, l’eccessivo aumento di peso in gravidanza, la bassa statura. Oppure cause riguardanti il parto come un travaglio frettoloso o al contrario troppo lento.
Vediamo adesso i rischi che corre il bambino e le complicanze della madre in caso di distocia di spalla. Nella maggiorparte dei casi è la frattura della clavicola l’esito più comune, delle volte indotta dall’ostetrica per facilitare l’uscita del neonato. Rare volte si verifica la rottura dell’omero, del plesso branchiale e della scatola cranica. In tutti i casi però la guarigione del bambino avviene nel giro di poche settimane.
Per la madre le complicanze più comuni sono dovute ai traumi al tratto genitale derivanti dalle manovre e dall’episiotomia, ovvero l’incisione chirurgicadel perineo, lateralmente alla vagina, che viene adoperata per per allargare il canale di parto al fine di ridurre le lacerazioni. Sono da escludere rotture dell’utero se non a casa di manovre improprie.