Far mangiare i bambini è sempre una bella impresa. Il secondo ostacolo è strutturare una dieta sana e corretta, affinché i piccoli possano crescere sani e forti. Molti genitori, pensando di fare bene, commettono invece un sacco di errori. Come correggersi? Prima cosa è importante dare ascolto al pediatra, che fin dai primi giorni di vita dovrebbe fornire tutte le indicazioni alimentari e poi, una volta terminato lo svezzamento, farsi guidare da quelli che solo i principi alla base della dieta mediterranea.
Un nuovo studio, intitolato Nutrintake, ha analizzato i comportamenti a tavola dei bambini italiani e delle loro famiglie dai 6 ai 36 mesi. Sono stati coinvolti circa 400 lattanti e le loro mamme che hanno dovuto rispondere a una serie di domande e tenere un diario alimentare. Con questo monito, durato esattamente un anno, gli esperti hanno potuto verificare la dieta delle famiglie e sviluppare delle indicazioni antiobesità, problema che affligge in modo grave le nuove generazioni. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2012 sono stati censiti 42 milioni di bambini sotto i cinque anni in sovrappeso oppure obesi a causa di fattori genetici e comportamentali.
Quali sono i dati più interessanti di Nutrintake? Nel primo anno di vita, i bambini assumono quasi il 50 percento in più del fabbisogno raccomandato di proteine, poi nel secondo anno di vita si arriva addirittura al triplo. E se da un lato fanno il pieno di proteine, dall’altro hanno carenza di ferro, mentre il sodio (per capirci il sale) a nove mesi è già in eccesso, così come lo zucchero sfonda il tetto della soglia raccomandata dal 12esimo mese. Insomma, la dieta è nettamente sbilanciata. C’è anche da dire che spesso la causa è del cibo confezionato, perché non è facile calibrare che cosa contengo gli omogeneizzati o i prodotti confezionati. Spesso sono i primi a danneggiare l’alimentazione, perché se ne abusa o semplicemente perché contengono sostanze non del tutto appropriate.
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