L’80 per cento delle neo mamme è afflitta nei giorni immediatamente successivi al parto dal cosiddetto baby blues, una bruttissima situazione caratterizzata da ansia, tristezza, sentimenti di inadeguatezza e paura di non essere in grado di occuparsi del proprio figlio. Per fortuna in molti casi questo stato di cose regredisce in pochi giorni lasciando spazio alla costruzione di una sana relazione madre-bambino. nei casi in cui ciò non accade e i sintomi persistono e si aggravano sulla mamma si allunga lo spettro della depressione post partum, un disturbo ben più grave che affligge il 10 per cento delle madri.Di depressione post partum però si parla ancora troppo poco e, come abbiamo avuto occasione di dire più volte, troppe mamme vengono lasciate sole con il loro dolore. Una situazione sconfortante alla quale bisogna mettere fine tenuto conto che la depressione dopo il parto incide negativamente non solo sulla qualità della vita della madre ma anche sullo sviluppo del bambino che risente del suo malessere psichico e in considerazione di nuovi studi che vedono il fenomeno in aumento.
Secondo una ricerca condotta dalla divisione di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Pittsburgh, infatti, oggi ben sette donne su dieci corrono il rischio di sviluppare la depressione subito dopo la nascita del proprio bambino. Il 20 per cento delle madri intervistate, seguite per un periodo di un anno dopo il parto, aveva avuto pensieri di morte, voglia di scappare, difficoltà ad alzarsi dal letto la mattina e affrontare la giornata. Nei casi più gravi alcune avevano pensato anche al suicidio. Inoltre, nel 22 per cento dei casi la depressione si era fatta strada dopo un anno dalla nascita del bambino.
Per questo motivo, afferma la dottoressa Dorothy Sit che ha coordinato lo studio, è fondamentale che tutte le donne vengano sottoposte subito dopo il parto a uno screening per valutare il rischio che sviluppino la depressione post partum e nel caso questo risulti elevato, mettere in atto tempestivamente le misure terapeutiche adeguate.
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i costi della depressione secondo l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) sono (in termini di cure e tempo perso per invalidità temporanea) ai primi posti nelle classifiche mondiali.
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