La cosiddetta crosta lattea è un problema molto diffuso fra i lattanti tanto che ben 2 bambini su tre ne sono affetti sin dai primi giorni di vita. Al contrario di quanto suggerito dal nome, la crosta lattea (che in realtà non è altro che dermatite seborroica) non ha nulla a che vedere con l’alimentazione del neonato, nè con la somministrazione di latte materno, piuttosto si tratta, come nel caso dell’acne neonatale, di un’eccessiva produzione di sebo dovuta presumibilmente agli estrogeni materni.
Il disturbo si risolve in genere entro il 6°-7° mese di vita, ma in casi rari può perdurare fino al terzo anno di età e si manifesta soprattutto sul cuoio capelluto con una desquamazione di colore bianco-giallognolo. Tuttavia può estendersi anche a viso e collo e presentarsi su inguine e ascelle.
La crosta lattea regredisce spontaneamente e solo di rado necessita di cure particolari se non delicate applicazioni di sostanze emollienti quali l’olio di borragine (ma in farmacia se ne trovano di specifiche). In ogni caso è di fondamentale importanza che la mamma non tenti di rimuovere le scaglie con le unghie perchè questo potrebbe causare infezioni oltre che sofferenza al piccolo. Può invece rivelarsi utile l’uso di un piccolo pettine a seguito dell’applicazione con un batuffolo di olio.