Il mondo dei videogiochi ormai è entrato a far parte della quotidianità di moltissime famiglie. Il gaming può avvenire su diverse piattaforme: console fisse e portatili, computer, ma anche smartphone e tablet. Man mano che un bambino o una bambina crescono, i genitori si trovano spesso “costretti” ad acquistare uno di questi mezzi per permettere ai propri figli di giocare online con gli amici.
Si tratta di un fenomeno ormai impossibile da evitare: solo nel 2019, l’industria videoludica ha fruttato 120 miliardi nel 2019, mentre nel 2020 sono arrivati a quota 180 miliardi (complice l’avvento della pandemia e i periodi di chiusura forzata in casa). Spesso però, i genitori non conoscono bene il mondo dei videogiochi: vediamo insieme quali sono i rischi dei videogiochi per i bambini e quali invece sono gli aspetti positivi.
Scegliere un buon videogioco previene molti futuri (potenziali) problemi
Secondo il report di IDEA, associazione di categoria del settore videoludico italiano, ci sono circa 3,5 milioni di piccoli videogiocatori in Italia (con età compresa dai 6 ai 14 anni). Nel range di età 15-24 anni invece, il numero aumenta raggiungendo quota 4 milioni. Insomma, avere un figlio oggi a casa significa per forza di cose imbattersi nel mondo dei videogiochi.
I videogiochi hanno molti aspetti positivi ed è bene sempre ricordarlo: permettono ai bambini di socializzare, giocando online con i propri compagni di classe o amici. Inoltre, giocare a un videogioco può migliorare la capacità di problem solving e multitasking, perché in ogni gioco esiste un mondo di regole e comandi diverso. In pratica è sempre presente una curva di apprendimento molto alta da superare, che il bambino deve sempre seguire ogni volta che gioca a un titolo nuovo.
Per non parlare poi del fatto che un videogioco può espandere gli orizzonti, facendo così conoscere nuovi mondi, usanze, personaggi storici e non solo. I videogiochi possono essere un elemento molto positivo nella crescita di un bambino, specialmente se poi si gioca insieme in famiglia, ma sono (ovviamente) presenti dei rischi come in ogni altra attività. E per prevenire molti di questi rischi, basta assicurarsi di controllare i giochi a cui il proprio figlio gioca.
Almeno finché il bambino non diventa un adolescente, forse è meglio tenerlo lontano da giochi horror o con elementi di paura. Attenzione anche ai cosiddetti “free-to-play”: sono giochi che si possono scaricare gratis (come Fortnite, Apex Legends o Warzone) e usare anche senza spendere un euro.
A prima vista sembra un vantaggio, ma non sul lungo termine: questi giochi free-to-play rischiano di creare molto facilmente una dipendenza, soprattutto nei giovanissimi. Se un bambino vuole avvicinarsi ai videogiochi, è molto meglio acquistare dei giochi pagando (se volete risparmiare potete scegliere il mercato dell’usato): in tal modo, i vostri figli potranno provare esperienze di gioco diverse, variegate, che gli permetteranno di avvicinarsi a stili e tipi di giochi diversi (evitando così di creare una dipendenza legata a un solo gioco).
Occhio ai pagamenti online nei videogiochi
Tutti siamo consci dei pericoli di Internet per i bambini e facciamo il possibile per farli avvicinare al mondo del web in tutta sicurezza. Si attivano determinate impostazioni nei computer, si installano antivirus e in certi casi si usano anche dei server VPN per l’Italia: si tratta di servizi che, quando vengono attivati sul pc, proteggono la connessione del computer usando la crittografia.
Ma quando parliamo di videogiochi, conosciamo davvero i rischi legati al mondo dell’online? Uno dei principali, spesso sottovalutati, si nasconde dietro gli acquisti nei giochi. Ormai sempre più giochi includono una modalità multiplayer, che permette ai giocatori di giocare online insieme a persone da tutto il mondo. Esistono anche giochi che si basano solo sull’online, soprattutto i “free-to-play” che avevamo già citato nel paragrafo precedente.
E quasi tutti questi giochi dispongo di acquisti online da poter fare dentro il gioco. Non solo, perché ormai le console hanno dei negozi digitali dove acquistare nuovi giochi o espansioni; così come gli smartphone hanno gli store per le app dove è possibile scaricare app gratis e acquistare quelle a pagamento. Di base, almeno finché il bambino non diventa adolescente, è bene controllare i giochi o app che vengono acquistate (la cosa migliore sarebbe acquistare i giochi che vuole insieme, per essere presenti durante la fase di acquisto).
Cosa più importante, non bisogna consegnare carte prepagate o altri sistemi di pagamento nelle mani dei propri figli: un bambino potrebbe non comprendere a pieno gli acquisti disponibili nei videogiochi e potrebbe farsi prendere la mano molto rapidamente (acquistando svariate cose per decine e decine di euro). Quando poi il bambino diventa un adolescente più responsabile e cosciente degli acquisti in-game, allora si può anche pensare di affidargli una carta prepagata (che potete così controllare per vedere le transazioni effettuate e anche per caricare i soldi sulla carta).
Un occhio ai messaggi, le chat vocali ma anche i social
Nei bambini, il bisogno di socializzare aumenta di pari passo con il crescere di età. Il mondo dei videogiochi è una delle tante opportunità: spesso si possono creare nuove amicizie tramite i giochi, proprio come può avvenire durante l’uso dei Social. Per esempio, in classe si possono conoscere compagni che giocano a giochi simili e insieme agli amici si possono provare nuovi videogiochi per divertirsi insieme.
Ecco perché non bisognerebbe mai arrivare al punto di “togliere” l’accesso ai videogiochi al proprio figlio: una decisione del genere equivale a privarlo di opportunità di socializzazione, tenendolo lontano dalla sua cerchia di amicizie e facendolo così “rimanere indietro” rispetto agli altri amici che possono continuare a frequentarsi online. Se quindi l’aspetto dell’online è così importante, quali sono i pericoli in cui si può imbattere un bambino giocando online?
Molti videogiochi online permettono di comunicare fra giocatori: esistono sia chat di testo, dove scrivere messaggi in tempo reale, sia chat vocali, dove poter parlare in diretta (se si possiedono cuffie e microfono, ovviamente). Un bambino che si approccia ai giochi online per la prima volta dovrebbe essere seguito da vicino, per capire un po’ che tipo di esperienze può avere con il resto dei giocatori online.
Un adolescente diventa sicuramente più indipendente, ma è bene chiarire subito con i propri figli due punti fondamentali: se giocando si viene insultati in qualche modo, bisogna abbandonare la partita di gioco piuttosto che rimanere in partita. Inoltre, non bisogna insultare le persone che si incontrano online mentre si gioca, proprio come non si insultano gli sconosciuti per strada: il rispetto è cruciale per vivere in modo civile.
Un ultimo occhio di riguardo deve essere dato ai social legati al gaming: non parliamo di Instagram o TikTok, ma più precisamente di applicazioni come Twitch e Discord. Nel caso di Twitch, è un’app di Amazon, dove ci si può registrare gratuitamente e seguire in diretta altre persone che trasmettono in diretta qualsiasi cosa (principalmente videogiochi).
Ma su app come Twitch si può trovare di tutto, anche contenuti non adatti ai più piccoli (di età inferiore ai 14 anni). Discord invece, è come uno Skype per i videogiocatori e viene usato specialmente da chi gioca al computer: ci si può unire a chat vocali e di testo per conoscere nuove persone con cui giocare (o anche per giocare con i propri amici).