Qualcuno l’ha definito social freezing ma Pier Paolo Emanuele Setti, responsabile del dipartimento di ginecologia dell’Humanitas e professore aggiunto all’università di Yale, non condivide questa scelta che fa apparire come un vezzo modaiolo quella che rappresenterebbe invece una forma di prevenzione primaria dell’infertilità femminile, ovvero il congelamento degli ovociti.
Infatti, le donne che decidono, a volte perchè costrette dalle circostanze, di avere un figlio a 40 anni possono più facilmente incorrere in problemi di fertilità risolvibili solo attraverso il ricorso alla donazione di gameti femminili. E’ noto d’altra parte che, con l’avanzare dell’età le probabilità di ottenere una gravidanza in modo naturale diminuiscono drasticamente.
Se una donna di 23 anni ha una probabilità del 28% di rimanere incinta, questa percentuale scende al 14% a 39 anni e all’8% a 43. Il congelamento degli ovociti in giovane età permetterebbe quindi di arginare il problema consentendo alle donne che non hanno potuto avere figli in età più fertile (e sottolineo più) di coronare il proprio sogno di maternità.
Il congelamento degli ovociti è una prassi ormai consolidata negli Stati Uniti e da poco si esegue anche nel nostro paese, come spiega Andrea Borini, presidente della Società Italiana di Preservazione della Fertilità, anche se non si hanno ancora notizie di gravidanze ottenute in seguito a scongelamento degli ovociti.
L’età ideale per sottoporsi al trattamento è ovviamente inferiore ai 35 anni, precisa Eleonora Porcu, responsabile del servizio di fertilità e pma del Policlinico Sant’Orsola di Bologna che ritiene il trattamento consigliabile a quelle donne che hanno dovuto rimandare la maternità a causa di gravi problemi di salute (ad esempio perchè hanno dovuto sottoporsi a chemioterapia).
Interviene sul tema anche la nota ginecologa Alessandra Graziottin che sottolinea l’importanza di informare le donne che stanno per sottoporsi a cure antitumorali dell’esistenza di questa formidabile opportunità di diventare madri una volta superata la malattia e aggiunge che il trattamento dovrebbe essere consigliato anche a chi è affetto da cisti ovariche o ha in famiglia precedenti di menopausa precoce.
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