Cambia il congedo di maternità nella nuova manovra grazie a un emendamento della Lega dedicato alle politiche delle famiglia approvato dalla commissione Bilancio della Camera.
Che cosa cambia in sostanza? In pratica sparisce l’obbligo di astensione obbligatoria che attualmente è pari a uno o due mesi prima della nascita del bambino.
L’emendamento prevede invece che le donne in attesa possono continuare a lavorare fino al nono mese di gravidanza.
Naturalmente per continuare a lavorare fino alla fine della gravidanza è necessario il via libera del medico: chi decide di lavorare fino al nono mese inoltre avrà la possibilità di accumulare una dota di cinque mesi che potranno essere sfruttati dopo il parto.
Il nuovo sistema potrà essere proposto come “alternativa” all’attuale legge che invece impone l’obbligo di astensione.
La novità sulla maternità arriva dopo l’approvazione di un altro emendamento collegato alla manovra e approvato in commissione prevede che prevede che a partire dal 2019 il congedo obbligatorio per i papà salga a cinque giorni, rispetto ai quattro attuali.
Prorogata anche per tutti i papà la possibilità di potersi astenere dal lavoro utilizzando un ulteriore giorno che andrà in sostituzione della madre.
Novità in vista anche per gli asili nido: sale da mille a 1.500 euro il bonus per l’iscrizione agli asili nido pubblici o privati che viene contestualmente esteso fino al 2021 come prevede un altro emendamento della Lega alla manovra approvato dalla Commissione Bilancio e a partire dal 2022 il buono potrà essere determinato per un importo di base annua non inferiore a 1.000 euro.
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