Se è appurato che la fertilità femminile diminuisce con l’avanzare degli anni, recenti studi hanno dimostrato che anche l’età dell’uomo influisce sul concepimento. La ricerca, condotta in California, ha evidenziato che se il futuro padre ha più di 40 anni, può verificarsi la diminuzione della capacità riproduttiva, in particolare se beve alcolici, fuma e vive in una città ad alto tasso di inquinamento.
Per quanto riguarda la fertilità femminile i dati sono certi: da 30 a 35 anni inizia a diminuire, per poi abbassarsi velocemente dopo i 36, a causa della riduzione della qualità e delle quantità delle cellule uovo; ma anche per gli uomini l’età conta; secondo le ricerche, infatti, dopo i 40 anni la qualità dello sperma è meno buona, diminuisce il numero degli spermatozoi, e, quindi, la stessa capacità riproduttiva.
L’età avanzata del padre si traduce in rischi di anomalie nel feto, come problemi cardiaci, malformazioni muscolo-scheletriche e sindrome di Down, ma non solo; più l’età paterna è avanzata e più c’è il rischio di avere degli aborti spontanei dovuti ad alterazioni cromosomiche degli spermatozoi. Ovviamente i rischi sono più elevati se una cellula uovo di una donna con più di 35 anni si incontra con gli spermatozoi di un uomo con un’età superiore ai 40.
I futuri papà dovranno quindi prestare massima attenzione allo stile di vita: niente fumo, alcool, stress, e, per quanto possibile, niente inquinamento; è stato dimostrato che le cattive abitudini influiscono nel calo della qualità e della vitalità degli spermatozoi, minandone la capacità di fecondare le cellule uovo.
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