Sono state trovate correlazioni tra i disturbi della personalità legati a comportamenti indifferenti nei bambini e i problemi di socializzazione e di adattamento negli adulti, attraverso uno studio condotto dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry e dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.
Ma cosa intendono gli studiosi con comportamento indifferente? I ricercatori sembrano definirlo semplicemente sulla base degli effetti che provoca nella vita stessa del bambino: la presenza del carattere insensibile-emotivo (così come viene nominato dagli psicologi dell’Academy) è quello che dimostra già dall’infanzia di avere problemi di condotta (per es. iperattività e/o disturbi dell’attenzione) a scuola, nello sport e negli altri ambienti che generalmente frequenta.
Sempre secondo questo studio, sebbene possa esserci una predisposizione genetica a questo tipo di problemi, il comportamento indifferente è associato a disturbi della personalità ed è legato solitamente a eventi traumatici o situazioni difficili presenti nell’ambiente familiare del bambino già all’età di quattro anni, tuttavia non sono esclusi i traumi infantili vissuti con i propri compagni.
Questo però, specificano i ricercatori, non dovrebbe indurre a pensare che siccome i bambini a cui sono stati attribuiti attitudini emotivo-indifferenti presentano una condotta negativa nella società, allora tutti i bambini che presentano una condotta negativa sono insensibili. La relazione tra i due fattori non è biunivoca.
La professoressa ha poi specificato, e questo sembra essere il risultato più importante del lavoro di ricerca, che la mancanza di emozioni nei bambini non significa necessariamente arrivare a essere delinquenti o psicopatici in età adulta. Indubbiamente il punto auspicabile è che le famiglie si rendano conto innanzitutto delle condizioni di socializzazione e di partecipazione del bambino negli ambienti che frequenta, di come cioè il bambino vive la casa e la scuola.
Che il problema sia di origine genetica o ambientale poco importa al fine della soluzione. Molto spesso infatti i condizionamenti avvenuti nelle prime fasi di vita dell’individuo sono di difficile modificazione allo stesso grado.