Le perdite di liquido amniotico possono essere insidiose e soprattutto possono essere il campanello d’allarme: il parto è vicino, anzi vicinissimo. Le acque sono fondamentali perché creano un ambiente sterile in cui il bambino cresce e si sviluppa. La rottura espone quindi il piccolo a eventuali infezioni. È quindi molto importante segnalare subito il disturbo al medico o rivolgersi a un pronto soccorso ginecologico.
La rottura delle acque può avvenire prima del travaglio e di solito la donna viene ricoverata e monitorata. Se il travaglio non parte da solo in 24 ore, si induce il parto. Nella maggior parte dei casi, la mamma deve anche sopportare una terapia antibiotica per evitare complicanze. Nella maggior parte dei casi, però, le acque si rompono durante il travaglio, prima della fase espulsiva: è davvero raro non accorgersene, perché è come uno scroscio d’acqua improvviso. Assomiglia all’apertura di un rubinetto.
Il liquido amniotico è caldo, trasparente e completamente inodore. Non si prova alcun dolore, perché la membrana del sacco non ha delle terminazioni nervose. Come capire se si sono rotte le acque ma non si ha avuto una perdita molto abbondante? Prima di tutto potete fare la prova dell’assorbente: se si bagna molto velocemente e ogni 20 minuti avete bisogno di cambiarvi potrebbe essere liquido.
La perdita può essere minima se la rottura del sacco è alta. Come comportarsi? Oggi si consiglia alla donna di recarsi in ospedale quando le contrazioni sono molto ravvicinate: in sostanza è meglio travagliare a casa. Non vale la stessa regola con il sacco rotto. In questo caso non fatevi problemi e raggiungete la struttura più vicina nel giro di un paio d’ore al massimo se il liquido è trasparente, se invece presenta tracce di sangue o tende al verde muovetevi con urgenza perché il piccolo potrebbe essere in sofferenza.
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