Come individuare nel bambino i disturbi del sonno

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Per un bimbo piccolo, la nanna forse è il momento più importante della giornata. Sulla funzione del sonno esistono diverse teorie. Per alcuni serve a ordinare quanto si assimila durante il giorno, rappresenta la fase del riposo e permette alle cellule dell’organismo di ricaricarsi e c’è chi crede sua funzionale allo sviluppo dell’essere umano. Non a caso, infatti, un neonato dorme circa 18 ore, che diminuiscono nelle successive fasi di crescita.

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Qual è quella giusta? Sono tutte corrette ed è per questo che bisogna curare il riposo del proprio bimbo. Un bambino che dorme male, è un piccolo che non rende, probabilmente agitato ed iperattivo. Un figlio che non dorme è un grosso problema, prima di tutto per mamme e papà che a loro volta non riusciranno a chiudere occhio e a rendere quanto basta nel corso della giornata. Sono circa il 25 percento i bambini che hanno disturbi del sono: tale percentuale, già molto elevata, sembra essere in aumento a causa delle modificate abitudini sociali –più tempo davanti ai giochi, alla televisione, ai video-games- e alimentari, con un aumento dell’obesità.

Quali sono i sintomi che possono indicare un disturbo del sonno? Difficoltà ad addormentarsi, terrore notturno, episodi di risveglio e sonno agitato, sudorazione, russamento, apnee, difficoltà respiratoria e pipì a letto. Durante il giorno, il bambino sarà iperattivo, irrequieto, difficile da calmare. Può inoltre presentare respirazione orale, alitosi, irritabilità o sonnolenza, disturbi dell’apprendimento e del rendimento scolastico, iperattività e deficit dell’attenzione, disturbi dell’umore e del comportamento fino ad arrivare ai ritardi psicomotori e dell’accrescimento.

Per indagare i disturbi del sonno uno strumento è la saturimetria semplice o pulso-ossimetria, che permette di diagnosticare le apnee. Un esame più approfondito è la polisonnografia, che può essere cardiorespiratoria o completa, che risulta un po’ fastidiosa perché comporta la necessità di dormire con numerosi sensori.

Photo Credit | Shutterstock / anastasia buinovska

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