Ci sono bambini agitati e molto vivaci. Quante di voi, care mamme, devono fare i conti con un vero e proprio “Pierino la Peste”? E’ simpatico da morire, è anche molto intelligente, ma se non fosse che è nostro figlio, lo avremmo già strozzato. Ovviamente in senso figurato. È una fase della vita, poi passa. Intanto come si fa a gestire l’esuberanza di piccoli così? Non è semplice e soprattutto è molto faticoso.
Per alcuni bambini la causa è solo esclusivamente caratteriale, per altri è un modo di attirare l’attenzione e poi ci sono i più deboli, che lo fanno solo per imitazioni o perché stimolati da persone o situazioni esterne. Bisogna prima di tutto capire il motivo. Se in casa c’è una situazione particolare, come la separazione di mamma e papà, ovviamente, l’esuberanza va vista come una ricerca di affetto. Vi sta dicendo: “Guardatemi, ci sono anch’io e ho bisogno di voi”. Se invece il contesto scolastico o sportivo, lo sta rendendo più vivace e aggressivo è bene cercare di studiare il modo di agire.
Considerate che togliere il bambino da scuola o fargli cambiare sport non è mai la scelta più giusta. È meglio affrontare la questione insieme, dialogando, cercando di fargli capire che esistono dei limiti e che non vanno superati. Questi limiti servono a vivere bene con gli altri e a creare quel rispetto, che desideriamo avere dalle persone. È un discorso lungo, ci vorrà tanta pazienza e soprattutto sarà necessario ripeterlo allo sfinimento.
Se è una forma caratteriale, dobbiamo continuare a ricordarci che non sarà sempre così. È molto importante essere un po’ rigidi, mettere delle regole e anche provvedere a qualche rimprovero o punizione (mai le mani e mai esagerare con la voce e i titoli). La fermezza però può aiutare e soprattutto può servire come monito. Non è assolutamente semplice gestire la vivacità ed è anche giusto lasciare il bambino libero di esprimersi, nei limiti dell’educazione e poi evitando che metta se stesso e gli altri in pericolo.
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