Il numero dei bambini stranieri in Italia è in continua crescita, tra le naturali conseguenze il fatto che si vengano a creare delle classi multietniche. In particolare, in alcune regioni d’Italia, si è registrata una percentuale di alunni non italiani in classe pari a più del 20 % del totale. In che misura ed in che modo queste possano influire sulla vita e sulla crescita dei più piccoli è stato oggetto recente di studio da parte delgli scienziati della University of California Los Angeles (UCLA) e della University of Groningen, nei Paesi Bassi.
La ricerca, pubblicata su Child Development, ha evidenziato come il passare tanto tempo ogni giorno insieme ai propri compagni stranieri, il fatto di stringere amicizie, condividere esperienze e venire a conoscenza di nuove culture ed abitudini non faccia altro che rendere i bambini meno vulnerabili, e far si che crescano sicuri di se. Gli alunni stranieri quindi dovrebbero essere considerati un bene per la classe.
Lo studio in particolare è stato svolto monitorando 536 bambini latini e 396 afro-americani. Questi, frequentanti 66 classi di 10 scuole medie americane, sono stati oggetto di uno studio al termine del quale si è giunti alla consapevolezza che i bambini che avevano avuto modo durante l’anno scolastico di interagire con coetanei di altre etnie, si sentissero meno soli e più sicuri di se stessi.
In Italia, in particolare, il maggior numero di bambini stranieri frequenta, probabilmente per ragioni economiche, le scuole statali più che quelle private, e se ne registra un numero maggiore al Nord rispetto che al Sud. Un gran bel vantaggio dunque per gli alunni, i quali potranno arricchirsi sotto diversi punti di vista mettendo a tacere gli eventuali dubbi che spesso in questo genere di casi colpiscono i genitori. La presenza di diverse culture all’interno della classe, di cui gli alunni stranieri sono inevitabilmente portatori, non può fare altro che essere considerata un patrimonio prezioso del quale beneficiare in un clima di condivisione.
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