Arriva l’effetto Angelina Jolie: le donne che si operano e che scelgono la chirurgia di riduzione del rischio per il tumore alla mammella e di ovaio e di utero, sarà riconosciuta una percentuale di invalidità civile non solo per la menomazione fisica permanente degli stessi organi e per lo stress fisico subìto.
A sottoporsi all’operazione, le donne portatrici delle mutazioni Brca1 e Brca2 che scelgono la chirurgia preventiva quando sono sane: sarà a loro che verrà riconosciuta la percentuale corretta di invalidità.
L’accordo arriva in seguito al tavolo rotondo organizzato dall’Inps, l’associazione aBERCAsaBRA (che nasce proprio con l’intento di tutelare le donne portatrici della mutazione Brca) e la Favo (la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) e il riconoscimento della percentuale di invalidità spetta non solo all donne che decidano di operarsi in quanto corrono un rischio molto alto di ammalarsi nel corso della loro vita, sia le donne le sono già malate oncologiche e che sono costrette ad affrontare ulteriori rischi aggiuntivi per la loro salute a causa della mutazione genetica Brca che presenta un rischio superiore all’87%di sviluppare un tumore al seno e del 50% di sviluppare un tumore alle ovaie.
Gli studi confermano infatti che tutte le persone portatrici delle mutazioni Brca, in un in un numero compreso fra i 75 e i 150 mila, sono esposte arrischio di sviluppare anche in età giovane diversi tipi di tumori, al seno, all’ovario e all’endometrio, oltre ad altri tipi di neoplasie.
Tre le linee guida consigliate per le donne che presentano mutazioni: sono previste percorsi di sorveglianza speciale, la chirurgia di riduzione concreata del rischio oppure la chiemioterapia preventiva.
CANCRO AL COLLO DEL’UTERO, IL NUOVO TEST
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