Secondo uno studio presentato durante la Digestive Disease Week, tenutasi lo scorso maggio a Chicago, i bambini nati in primavera correrebbero più rischi di diventare celiaci rispetto ai piccoli nati in periodi diversi dell’anno. La ricerca condotta presso il Massachussets General Hospital for Children di Boston, negli Stati Uniti, ha preso in esame un campione di 382 bambini e ragazzi che avevano ricevuto la diagnosi fra gli undici e i diciannove mesi di vita.
Dai dati raccolti è emerso che solo il 43 per cento di essi (almeno fra i 387 soggetti al di sotto dei 15 anni) era nato da febbraio a settembre, mentre il 57 per cento era venuto al mondo tra marzo ed agosto ed aveva quindi iniziato lo svezzamento all’arrivo dei primi freddi.
Secondo l’ipotesi degli studiosi statunitensi ad avere un ruolo nell’insorgenza della malattia sarebbero non solo il periodo dell’anno in cui i cereali e gli alimenti contenenti glutine vengono introdotti nella dieta del bambino ma anche l’esposizione alla luce solare e la produzione di vitamina D da parte dell’organismo durante i primi mesi di vita.
Porre maggiore attenzione all’esposizione alla luce e anticipare o posticipare lo svezzamento in questi piccoli potrebbero quindi rivelarsi un’ottima arma per la prevenzione della celiachia anche se il legame fra data di nascita e celiachia è ancora tutto da confermare. Così commenta i risultati il dottor Pornthep Tanpowpong, coordinatore dello studio:
Se un bimbo è nato in primavera o in estate potrebbe non essere ideale introdurre il glutine nella sua dieta nello stesso periodo di un piccino nato in inverno o in autunno. Insomma, se è vero che dobbiamo condurre ulteriori studi per verificare la nostra ipotesi, pensiamo che questa ricerca possa offrire interessanti indizi per prevenire la celiachia.
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