E’ piuttosto frequente, e naturale, che i bambini sotto i due anni di età si succhino il pollice; la suzione è infatti un istinto naturale (lo sanno bene le mamme che hanno allattato con successo i propri figli), tanto che spesso è possibile osservare il feto intento in questa piacevole attività durante le ecografie.
Durante i primi mesi di vita del neonato, l’atto del succhiare, legato dapprima solo all’assunzione del nutrimento, assume una valenza ulteriore e il pollice, esattamente come il ciuccio, comincia a rappresentare un sostituto del seno materno cui il bambino ricorre, nelle situazioni di stress, per ottenere la consolazione che in quel momento la sua mamma non può offrire; si tratta quindi di uno strumento di autoconsolazione indispensabile per il piccolo.
Nella gran parte dei casi i bambini smettono di succhiarsi il pollice entro i tre-quattro anni di vita, prima di quest’epoca non è quindi necessario forzarli perchè abbandonino questo comportamento che ha per loro, come abbiamo visto, un valore altamente funzionale; altre volte invece l’abitudine di succhiarsi il dito permane oltre quell’età ed è proprio in quest’ultimo caso invece che occorre aiutare il bimbo a smettere, pena l’insorgenza di infezioni e malformazioni dell’arcata dentaria.