Le favole aiutano i bambini a crescere

L’abitudine di raccontare una favola ai bambini prima d farli addormentare è un vero toccasana per grandi e piccini. Le favole, infatti, oltre ad essere un momento di relax, rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo educativo e formativo del bambino. Le storie, attraverso i vari personaggi e le loro vicende che rimangono impresse nella fantasia del bimbo, spiegano a livello simbolico la realtà e i suoi problemi. Il bambino, in questo modo, riesce ad interiorizzare facilmente, guidato dall’immaginazione, concetti e situazioni. Grazie al racconto, inoltre, il bambino apprende regole, valori e modi di comportarsi che lo aiuteranno nella vita di tutti i giorni.

Il  momento della favola aiuta a rafforzare il legame tra il bambino ed i genitori. La lettura della fiaba, infatti, crea un’atmosfera magica ed intima e permette ai genitori di ritagliarsi un momento tutto loro per stare con i propri figli. Per questo, è importante che mamma e papà si alternino nella lettura delle favole per rafforzare ciascuno il proprio rapporto con il piccolo.

I bambini si fidano troppo delle parole degli adulti

Si dice che la fiducia vada conquistata, non è così per i genitori. I bambini fin dal primo momento trovano una speciale rassicurazione nelle braccia degli adulti ed è per questo che hanno una responsabilità in più: dare il buon esempio e non solo a parole. Mamma e papà sono dei modelli, a volte anche dei miti, senza macchia e con poteri da supereroi. Un nuovo studio dell’Università della Virginia ha voluto testare la fiducia dei bambini negli adulti e in quanto veniva loro detto.

La ricerca ha come obiettivo fare un po’ di chiarezza. Gli educatori hanno seguito, fino ad oggi, due teorie diverse: qualcuno come detto prima sostiene che l’esempio sia il vero valore pedagogico alla base dell’educazione del piccolo, altri affermano che per i bimbi piccoli, con un’età media pari a 3 anni, sono le parole a contare di più, soprattutto se dette da un genitore.

Lavare le mani è importante!

È molto importante educare i bambini, fin da piccoli, ad avere cura di se stessi. I bimbi, infatti, anche quelli più piccoli, devono imparare i gesti base per una corretta igiene, come lavarsi le mani, i denti o il viso. La pelle è uno dei principali veicoli di germi e batteri, causa di malattie ed infezioni. Si stima che, normalmente, la pelle di grandi e piccini può ospitare circa un milione di germi per centimetro quadrato. Nel corso della giornata, inoltre, si entra in contatto con una molteplicità di oggetti, persone ed animali che possono essere, a loro volta, veicoli di batteri più o meno patogeni. Per questo, lavare spesso le mani aiuta a prevenire la trasmissione dei germi.

Questa semplice e sana abitudine, infatti, rappresenta uno strumento efficace ed economico per tenere alla larga molte malattie, dalle più banali a quelle più gravi.

Allattamento e poppata notturna, la replica di una nostra lettrice

Gentili amiche, come sapete l’articolo da me postato qualche tempo fa, dal titolo La poppata notturna, come eliminarla, ha suscitato un vespaio di polemiche. Una nostra lettrice, Alessandra Bortolotti, mamma e psicologa, ha inviato dietro nostra richiesta il contributo che vedete di seguito, nel quale discute punto per punto le affermazioni ritenute inesatte contenute proprio in quell’articolo.

Naturalmente lo pubblichiamo di buon grado. Buona lettura!

Innanzi tutto, non è affatto obbligatorio eliminare le poppate notturne. Certo si può cercare di farlo, ma la maggior parte dei bambini non accetta di buon grado questo cambiamento, perciò è molto probabile che tutto finisca con molto stress per tutti, grandi e piccini. Si pensa spesso che eliminare la/le poppate notturne voglia dire dormire di più ma la corrispondenza fra questi due eventi non è assolutamente scontata. I bambini si svegliano la notte in quanto i loro ritmi di sonno sono qualitativamente diversi da quelli degli adulti a causa dell’immaturità delle loro cellule nervose. Fino all’età di circa tre anni i tracciati elettroencefalografici di un bambino che dorme rivelano fasi REM (quelle in cui si sogna) e NON REM che riflettono un’acquisizione graduale della capacità di dormire tutta la notte. I risvegli notturni dei bambini sono generalmente fisiologici o derivanti da infinite motivazioni contingenti (dentizione, malattie in corso, vaccinazioni, scorretta alimentazione ecc.) e non devono per forza colpa dell’allattamento.

Ma veniamo in dettaglio alle vostre affermazioni:

Cyber baby, neonati online prima di nascere

Internet ha contagiato anche i più piccoli. In realtà sono i genitori che non riescono a trattenere la gioia di aspettare un bambino. Il metodo più facile per urlarlo al mondo è ovviamente la Rete. Da un nuovo studio dalla società di AVG Internet Security realizzato nei più importanti paesi del mondo (Stati Uniti, Canada, Australia Nuova Zelanda, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Spagna) è emerso infatti che 2 bimbi su 10 (il 23%) ancora prima di nascere hanno le proprie foto pre-parto on line. Ma c’è molto di più: almeno 3 neonati su 10 hanno un book fotografico delle prime ore di vita e il 7% ha già un indirizzo di posta elettronica personale.

Connessi prima di venire al mondo, figuriamoci dopo. A due anni d’età 8 bambini su 10 possiede una sorta di impronta digitale. Oltre il 70% delle madri ha dichiarato di aver ‘postato’ le immagini del piccolo on-line per condividere le foto con amici e parenti, un modo considerato più moderno dai genitori di oggi rispetto ai tradizionali album fotografici, che con gli anni finiscono, pieni di polvere, sotto il letto o in fondo all’armadio.

Le paure dei bambini, come gestirle

Le paure sono degli amici alquanto ingombranti quando si è bambini. Si è terrorizzati da tutto, dalle cose che non si conoscono, dalla solitudine, dal buio e in alcune occasioni diventano davvero delle paranoie che i genitori faticano a gestire. Sono tante le mamme e i papà che si chiedono come fare ad aiutare il proprio piccolo ad affrontare lo scoglio. Di base bisogna seguire alcune piccole regole, facendo attenzione a non chiedere troppo, perché sono una tappa di maturazione psichica e di sviluppo della personalità. È quindi molto importante rispettare i tempi del bimbo.

Prima di tutto individuiamo le paure. Ce ne sono alcune normali, che non devono spaventare il genitore. Di solito sono quelle che si identificano con i classici stereotipi, dal buio alle streghe, dall’acqua all’uomo nero. Sono fobie passeggere, che a volte nascono da una storia un pochino “dura” o violenta.  È però un terrore momentaneo e il più delle volte gestibile. Nel caso del buio o dell’uomo nero, basta un lumino o un orsacchiotto in camera da letto e gli incubi scompariranno.

I bambini imparano le parolacce da neonati

Capita spesso di sentir dire ai bambini qualche parolaccia. Non sanno neanche il significato, ma sono consapevoli che sia un gesto da adulto e di protesta. Il luogo in cui imparano più spesso questo tipo di linguaggio è la scuola, almeno è quello che piace pensare a tanti genitori. Bisogna, invece, prestare più attenzione al modo in cui si parla in casa, soprattutto in presenza di neonati. Li vediamo piccoli e docili e ci sentiamo liberi di esprimerci: tanto non capiscono. Ma non è così, anzi sono molto più attenti e ricettevi di quanto non si possa immaginare.

Papà: quando diventa geloso del bimbo

La gravidanza e la successiva nascita del bambino sono dei momenti straordinari che stravolgono la sfera emotiva della coppia. La consapevolezza di diventare genitori, però, non si sviluppa ugualmente per mamma e papà. Nella donna, infatti, la maternità è quasi sempre immediata mentre per il papà non è così. La paternità può svilupparsi in modo lento e complesso e può portare con se delle difficoltà iniziali. Dopo la nascita del bebè, infatti, nel padre può scattare una sensazione di distacco, di gelosia e di inutilità verso il bambino. Tutto questo è normale poichè l’uomo non vive fisicamente la gravidanza e perchè tra la mamma ed il bebè si instaura subito un rapporto speciale ed esclusivo dal quale il padre si sente inizialmente escluso.

Nei primi mesi di vita, il bambino vede la madre come un’insostituibile fonte di nutrimento e gioia e la cerca di continuo.

Mamma lavoratrice, come superare il distacco dal bambino

Fare la mamma, essere una brava moglie e andare al lavorare. Quanti ruoli per una persona sola, soprattutto quando termina il congedo di materinità. Eppure le donne hanno mille risorse e una di queste è proprio la capacità di essere multitasking.  Il problema però non è essere in grado di fare tutto, ma fare i conti con i propri sensi di colpa. Uscire di casa la mattina presto, magari in punta di piedi per non svegliare il bambino, perdersi i momenti fondamentali della sua crescita e sperare di godersi qualche sorriso prima di cena. Esistono però delle tecniche per aiutare il bambino ad accettare il lavoro della mamma e di conseguenza vivere più serenamente il distacco, soprattutto all’inizio.

La prima cosa da fare è accettare la presenza di nonni e baby-sitter. Care mamme, dovete mettere da parte la vostra gelosia e fare in modo che queste persone vi siano accanto fin dai primi mesi, affinché anche il bimbo abbia tempo di affezionarsi o prende confidenza. Quando, invece, è un po’ più grande e ha raggiunto l’età per andare all’asilo, dovete parlare con lui del vostro lavoro. Questo è un modo per farlo sentire importante e grande.

Il cosleeping, dormire insieme ai bambini fa bene?

L’abitudine del bambino di dormire nel lettone con mamma e papà è aborrita dalla maggior parte delle persone, soprattutto se il piccolo non è più un bebè. In alcuni casi sono stati proprio i genitori a favorire l’instaurarsi di questa abitudine lasciando che il proprio figlio si addormentasse accanto a loro sin dai primi mesi di vita, in altri invece è il bambino a reclamare, spesso nel bel mezzo della notte, il proprio diritto, diciamo così, a dormire nel lettone, nonostante mamma e papà non siano d’accordo.

I detrattori del lettone aperto al bambino sostengono la propria posizione ritenendo che questa abitudine ne farà un adulto insicuro e mammone, i sostenitori, al contrario, pensano che il piccolo che viene lasciato dormire insieme ai genitori sarà un adulto senz’altro sano (ci mancherebbe) ed anzi più sereno. Al coro dei contrari si aggiunge poi la voce di chi ritiene che tenersi i figli dentro al letto, magari fino alla preadolescenza, danneggi gravemente l’intimità di coppia.

Bambini: quando picchiano gli altri

Succede spesso che, nonostante gli insegnamenti di mamma e papà, i bambini si lascino andare a comportamenti aggressivi verso gli altri. Questa aggressività, però, pur suscitando le preoccupazioni dei genitori, rappresenta una fase passeggera nel processo evolutivo del bambino del tutto normale. Atteggiamenti aggressivi, come il picchiare, l’urlare o il colpire degli oggetti, costituiscono, infatti, degli importanti strumenti attraverso cui il bambino manifesta i propri stati d’animo. Questo avviene soprattutto durante la prima infanzia ed in particolare verso i 2-3 anni, quando il bambino non sa ancora parlare bene ed esprimere verbalmente le proprie emozioni ed inizia a relazionarsi con gli altri. Con la conquista di una maggiore padronanza del linguaggio, l’aggressività fisica tenderà a diminuire, rimanendo, però, presente fino ai 5 anni di età.

Anche se i comportamenti aggressivi sono piuttosto comuni tra i bambini nei primi anni di vita e rappresentano uno strumento naturale di comunicazione, è bene che i genitori li tengano sempre sotto controllo per valutare eventuali anomalie e distorsioni nella loro normale evoluzione.

Mangiare all’asilo

Le abitudini alimentari che, bene o male accompagnano una persona per tutta la vita, iniziano a delinearsi già a partire dai primi anni di vita. È proprio durante la prima infanzia, infatti, che i gusti del bambino cominciano a svilupparsi. È fondamentale, quindi, che il bambino venga indirizzato verso un corretto approccio al cibo, evitando, così,  il radicarsi di abitudini alimentari errate. Spesso, la scoperta del cibo e del rapporto con esso coincide con l’ingresso del bambino all’asilo ed è per questo che il momento del pasto a scuola riveste un ruolo primario.

È indispensabile che le maestre si armino di tanta pazienza per affrontare al meglio l’ora della pappa. La prima cosa da tener presente è che ogni bambino che entra a scuola ha il proprio carattere, le proprie abitudini ed i propri gusti. Le maestre, quindi, dovranno educare i bambini a stare a tavola e a mangiare, rispettando comunque i gusti e le inclinazioni dei singoli bambini senza forzarli in alcun modo.

Bambini iperattivi: il registro italiano ADHD

Sono sempre di più i bambini nervosi. Fanno fatica a stare fermi, hanno reazioni aggressive e dormono poco.  Ma come fare a capire se si tratta di un periodo passeggero, magari causato da uno stile di vita poco regolare, o hanno l’ADHD, più nota come sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Non è facile, anche perché spesso vengono etichettati alcuni comportamenti come “malati”, quando non è così. Negli Stati Uniti, alcuni esperti sono convinti che il 20% dei  5 milioni di bimbi con la diagnosi di ADHD sia sano come un pesce. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto su 12 mila bimbi americani e analizzato durante la settimana europea dell’ADHD, che si è appena conclusa.

Giocare con i bambini: dipingere i sassi

Con l’arrivo dell’autunno, il clima più fresco e le giornate più corte costringono mamme e bambini a trascorrere più tempo in casa. E’ importante, quindi, trovare il modo giusto per occupare il tempo, evitando, cosi di lasciare i bambini davanti la televisione o i videogiochi. Un’idea carina e divertente per trascorrere in modo creativo qualche ora in compagnia del proprio bambino può essere il rock painting, ossia l’arte di dipingere sui sassi.

Si tratta di un passatempo, facile, economico, creativo e divertente: bastano dei semplici sassi, dei colori, dei pennelli e tanta fantasia per trasformare un semplice ciottolo in un grazioso oggetto da conservare.  Per prima cosa occorre procurarsi i sassi da dipingere: vanno benissimo quelli che si trovano facilmente in giro, in montagna, al lago, al fiume o quelli riportati dalle vacanze al mare! I sassi possono essere della forma e della dimensione che si preferisce e che più si adatta a ciò che si intende dipingere. Sarebbe meglio, comunque, preferire sassi chiari e con la superficie liscia. Una volta trovati i ciottoli giusti è opportuno lavarli accuratamente con acqua e sapone e quando sono ben puliti lasciarli asciugare.