La prima visita del neonato: quando farla e in cosa consiste

prima visita del neonato

Due settimane dopo la sua nascita il bambino deve effettuare la sua prima visita pediatrica, durante la quale il medico verificherà che sia tutto posto e i neo genitori potranno chiarire i loro dubbi in merito al loro nuovo ruolo. La visita di controllo del neonato può essere effettuata presso la struttura nella quale è nato, oppure in uno studio specialistico privato, e di solito viene strutturata in due fasi: la prima, che è un colloquio nel quale il pediatra parla con i genitori e ascolta le prime impressioni sul nuovo ruolo, e la seconda, ovvero la visita vera e propria.

Durante la visita vengono controllati diversi parametri per verificare lo stato di salute del piccolo, vediamo insieme quali sono. Prima di tutto il pediatra controllerà il peso, che è il parametro più importante, in quanto è indice della corretta alimentazione del bambino; in genere il peso del bambino, superato il calo fisiologico dei primi tre giorni, aumenta di 25 o 30 grammi al giorno.

Un altro parametro che valuta il medico è la lunghezza, anche se non è un dato che indica la buona salute del piccolo; anche la misura della circonferenza della testa è soggetta ad indagine da parte del medico, perché permette di verificare la velocità di crescita del cranio e, in parte, lo sviluppo del cervello.

Le lochiazioni dopo il parto

lochiazioni dopo il parto

Ieri abbiamo affrontato uno dei disturbi più comuni nel puerperio, il periodo immediatamente successivo al parto, e cioè i morsi uterini; oggi è la volta delle lochiazioni. Le lochiazioni, chiamate anche lochi, sono delle perdite che si hanno subito dopo il parto, e che sono dovute all’eliminazione di alcuni strati della mucosa uterina cresciuti durante la gravidanza per nutrire il feto.

Queste perdite durano circa tre settimane, durante le quali si modificano nel colore e nella consistenza; all’inizio sono rosse a causa dell’elevata componente sanguigna e poi si fanno chiare fino a diventare cremose. Le lochiazioni sono così intense che attraverso la loro espulsione l’utero perde circa 20 volte il proprio peso; proprio per la loro abbondanza sono necessari dei particolari assorbenti post parto dalle dimensioni piuttosto grandi e anallergici per evitare arrossamenti della pelle. È importante cambiare spesso l’assorbente e curare l’igiene intima con prodotti delicati, mentre sono da evitare gli assorbenti interni perché potrebbero ostacolare il flusso.

I morsi uterini durante il puerperio

puerperio

Il puerperio è il periodo che inizia dopo l’espulsione della placenta e che finisce dopo circa 4 o 6 settimane, durante il quale l’apparato genitale femminile riprende le sue normali funzioni; questa fase è accompagnata da alcuni disturbi, tra i quali il più conosciuto è il baby blues, ovvero la depressione post-parto.

Un malessere piuttosto comune durante il puerperio è dato dai morsi uterini, ovvero dei dolori simili ai crampi all’utero, spesso molto intensi, che si verificano perché l’utero, dopo la nascita del bambino inizia a contrarsi per ritornare alle dimensioni che aveva prima della gravidanza, dando vita a un processo che si chiama involuzione uterina.

Le Banche del latte umano: cosa sono e come funzionano

Banca del latte umano

Ci sono donne che quando allattano riescono a produrre più latte di quello che serve al loro bambino, e che quindi decidono di donarlo ad appositi centri di raccolta, ovvero le Banche del latte umano, delle strutture presenti i molte cliniche ed ospedali pediatrici, che fanno parte dell’Associazione italiana banche del latte onlus, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di far conoscere l’importanza del latte materno e, quindi, della sua donazione.

I benefici del latte materno sono ormai noti, è in particolare è importante per i bambini nati pretermine e affetti da qualche malattia, che, essendo deboli non riescono a succhiare con forza e quindi a stimolare, il capezzolo della mamma e a far iniziare il processo di allattamento. Per casi come questi, e per molti altri, si può ricorrere al latte conservato nella Banca del latte umano.

Per diventare una donatrice di latte è necessario essere una neomamma in buona salute e produrre una quantità di latte superiore al fabbisogno del proprio bambino; se decidete di diventare donatrici dovete contattare il centro di riferimento del proprio ospedale e sottoporvi ad una serie di analisi per verificare la vostra salute, dopodiché, in assenza di controindicazioni, riceverete le istruzioni per procedere alla raccolta del latte, alla conservazione e alla consegna.

Ragadi al seno: come evitarle

ragadi al seno

Le ragadi sono dei taglietti che si formano sul capezzolo della neomamma durante i primi giorni dell’allattamento; generalmente scompaiono nel giro di poco tempo, ma a volte possono diventare talmente dolorose, e a volte addirittura sanguinanti, da scoraggiare la mamma ad allattare il bambino al seno.

Le ragadi si formano soprattutto per due motivi: la postura sbagliata del bambino durante l’allattamento e le poppate troppo lunghe; evitare le ragadi è possibile, basta seguire alcuni facili accorgimenti, come ad esempio consentire al bambino di attaccarsi in modo corretto al capezzolo, vale a dire facendolo attaccare all’intera areola, e non solo alla punta sporgente. Inoltre,  la suzione deve avvenire a capezzoli alteranti e per non più di 15 minuti a seno. Le donne che sono più predisposte alle ragadi sono quelle che hanno il capezzolo retratto, perché è difficile attaccare il bambino in modo corretto, ma si può rimediare utilizzando il paracapezzolo.

Come scegliere il pediatra giusto

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Negli ultimi mesi di gravidanza i futuri genitori devono pensare a tante cose per accogliere il bambino nel migliore dei modi e una di queste è scegliere il pediatra che seguirà la sua salute fino ai 14 anni. Non c’è un metodo scientifico per scegliere il pediatra giusto, i fattori sono tanti e dipendono dalle inclinazioni dei genitori, come ad esempio se preferiscono un pediatra donna o un uomo, se vogliono essere seguiti da una struttura pubblica o da una privata.

In ogni caso la cosa migliore da fare è iniziare la ricerca chiedendo consiglio al ginecologo e all’ostetrica per sapere se ne conoscono qualcuno di fiducia o che si sentono di consigliare; anche amici e parenti possono essere delle buone “fonti”, altrimenti potrete rivolgervi alle aziende sanitarie della vostra zona di residenza e chiedere la disponibilità dei servizi pediatrici e gli elenchi dei pediatri che ancora possono accettare pazienti. Con l’elenco alla mano non scegliete a caso: chiedete informazioni al vostro medico o alle vostre amiche.

Il calo fisiologico: come e perché

calo-fisiologicoOrmai hai partorito e il tuo compito principale ora è quello di nutrire il tuo cucciolo. Le ore subito dopo la nascita sono impegnative, sei stanca e cominci a pensare a quando arriverà la montata lattea e soprattutto se arriverà. E’ normale avere queste preoccupazioni soprattutto pensando al famoso calo fisiologico che avviene in tutti i neonati.

Nel nostro paese la media di peso alla nascita è di circa 3300 grammi, ma viene considerato normale un peso che vada dai 2500 ai 4000 grammi, ovviamente nei primi tre giorni di vita tuo figlio dovrà adeguarsi alla vita fuori dell’utero e questo assieme al fatto che tu ancora non hai il latte provoca il cosiddetto calo fisiologico, un calo ponderale che per essere normale non deve superare il 10% del peso del bambino. Se tuo figlio pesa 3000 grammi potrebbe essere dimesso a 2700 grammi.

La depressione post-partum, un tunnel dal quale si può uscire

uscire dalla depressione post partum

Più del 70% delle neo-mamme sperimenta, nei primi giorni dopo il parto, uno stato di malinconia noto come baby blues (nome che gli fu dato dal grande psicoanalista inglese Donald Winnicott, eccelso teorico della relazione madre-bambino) che si manifesta con ansia, irrequietezza, pianto improvviso e immotivato. Si tratta di una condizione assolutamente normale che non deve impensierire nè la mamma, nè chi le sta vicino e che tende a regredire senza bisogno di alcun intervento particolare nel giro di pochi giorni.

Diverso è invece se in luogo dell’innocuo baby blues fa la propria comparsa la depressione post partum; un vero e proprio disturbo con sintomi più persistenti e gravi fra cui troviamo inclusi la mancanza di interesse per il proprio figlio e il timore di fargli del male, cui si accompagnano i sintomi tipici di una depressione maggiore: apatia, senso di affaticamento, mancanza di piacere nello svolgere le attività quotidiane, insonnia o, al contrario, ipersonnia, inappetenza, senso di disperazione.

Pilates in gravidanza: gli esercizi pre e post parto

gravidanza e pilates

Come abbiamo più volte evidenziato, fare sport in gravidanza è molto utile per prepararsi in modo sereno al lieto evento, non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello psicologico; proprio per questo oggi vorremmo proporvi un’attività utilissima da fare sia prima che dopo il parto, e cioè il pilates.

Il metodo pilates prima e dopo la gravidanza è molto utile,  perché aiuta a rafforzare la schiena in vista del parto e dopo di esso aiuta a ritrovare la forma fisica. Il pilates si basa sulla respirazione sulla concentrazione, quindi lo sforzo fisico è sempre regolato dalla scelta personale, fatto che lo rende perfetto per le donne in gestazione.

Inoltre i corsi di pilates pre-parto sono studiati proprio le future mamme in modo da garantire loro la migliore preparazione. In genere, le lezioni di pilates in gravidanza iniziano dopo il primo trimestre e possono continuare per tutta la durata della gestazione.

La dieta della mamma durante l’allattamento

Breastfeeding of newborn baby

Durante l’allattamento non è necessario che la neo-mamma segua una dieta particolare anche se è più importante che mai che la sua alimentazione sia sana ed equilibrata. I pasti devono quindi essere regolari e non devono mai mancare nel corso della giornata pasta, pane, carne, pesce, latticini e, soprattutto frutta e verdura.

Utile anche bere almeno due litri di acqua al giorno e ridurre considerevolmente il consumo di caffè, tè, cioccolata e alcolici. Sicuramente avrete già sentito dire che i cibi dal gusto più deciso come aglio, cipolla, asparagi, carciofi e spezie possono influire sul sapore del latte materno. Questo è vero, ma non significa che questi alimenti debbano necessariamente essere eliminati dalla dieta della mamma che allatta; ciò dipende soprattutto dalla reazione del vostro bambino: se non si mostra infastidito continuate a mangiarli.

E’ nato! E adesso?

neo genitori

La nascita di un figlio è senza dubbio uno degli eventi più sconvolgenti nella vita di una donna; ai cambiamenti fisici della gravidanza appena trascorsa, fatta peraltro di attese, aspettative, ansie e persino timori, segue la consapevolezza di una nuova, grande, eppure meravigliosa, responsabilità: quella della vita di un esserino piccolo e indifeso al quale dobbiamo garantire il meglio di noi stesse.

Per fortuna nella gran parte dei casi la gioia ha il sopravvento ed anche se nessuno ci ha mai insegnato a farlo ci catapultiamo con grande entusiasmo nell’impegnativo ruolo di neo-mamma ed affrontare poppate, ruttini, cambi di pannolino, bagnetto. Spesso nelle prime settimane di vita però è normale cercare nei nostri affetti più cari, la mamma, ma anche il nostro compagno, un pò di sostegno: perchè ci diano qualche suggerimento o ci sostituiscano nella cura del piccolo in alcuni momenti della giornata. Tutto questo è giusto e normale, guai a non chiedere aiuto e supporto, anche morale, quando se ne avverte la necessità.

La ginnastica postnatale

ginnastica postnatale

Lo sport prima e dopo il parto è una garanzia per il pieno recupero fisico, ed è un aiuto anche sul piano psicologico, perché elimina le apprensioni per le conseguenze della maternità: se i muscoli tendono a riacquistare l’elasticità e le dimensioni primitive, infatti, il ritorno spontaneo alla normalità avviene solo in parte soprattutto, specie nelle gravidanze successive alla prima, o in presenza di fattori particolari, come l’età avanzata della mamma.

Fin da subito dopo il parto è indicato seguire un programma di ginnastica postnatale che faciliti il recupero della muscolatura che per nove mesi è stata sottoposta ad un grande stress, iniziando con esercizi che stimolino la circolazione e la respirazione.

Il riposo del neonato

Riposo Neonato

Il riposo del neonato è un momento molto importante, per lui e per la mamma. Nei primi mesi di vita, il sonno e il pianto faranno parte della quotidianità e voi mamme non avrete il tempo di gestire nulla dei vostri spazi, essendo impegnate a occuparvi del piccolo e anche nell’allattamento.

E mentre finalmente vostro figlio si addormenta voi che fate? A volte può capitare che nel farlo addormentare siete voi stesse che riposate al suo fianco, cedendo allo stress e alla stanchezza, e altre volte vi dedicate alle faccende di casa.

Allattamento al seno, ecco alcuni miti da sfatare

allattamento al seno false credenze

Il 96% delle neomamme è perfettamente in grado di allattare al seno il proprio piccolo, inoltre, a meno che la madre non sia affetta da patologie croniche e/o non assuma farmaci incompatibili con la salute del figlio, non esistono controindicazioni all’allattamento materno. Tuttavia sono molte le donne che passano al biberon entro le prime settimane di vita del bambino spesso perchè preda di dubbi e incertezze che non riescono a superare, a volte anche a causa di una cattiva informazione della quale, loro malgrado, si ritrovano vittime.

L’allattamento al seno infatti è spesso accompagnato da una serie di convinzioni e credenze non vere che più che essere di aiuto alla neo o futura mamma la confondono gettandola a volte addirittura nello sconforto. E’ vero ad esempio che chi ha il seno piccolo produce poco latte? No. Niente affatto. Eppure quante donne poco prosperose possono essersi scoraggiate nell’apprendere quella che non è altro che una diceria?

Vediamo quindi di demolire alcune false credenze sull’allattamento materno, a cominciare da quella appena citata: