Le posizioni fetali

In ostetricia la parte del feto rivolta verso il canale del parto si indica con il termine “presentazione”. In altre parole si tratta della posizione che il bambino assume a qualche settimana dal parto (in genere intorno all’ottavo mese) e nella quale verrà fuori dal pancione della sua mamma. Alcune posizioni fetali agevolano il passaggio del bambino attraverso il canale del parto, altre invece lo ostacolano.

Le posizioni in cui può presentarsi il bambino sono due: posizione cefalica e posizione podalica, la posizione cefalica è quella in cui il bambino presenta la testa rivolta verso il canale del parto (il che avviene nel 90% dei casi) essa viene ulteriormente distinta in:

Posizione occipito-anteriore, quando il bambino è a testa in giù con la nuca rivolta verso l’addome materno;

Il metodo Zilgrei per un parto più sereno

La paura del parto, e in particolare del dolore, è una sensazione comune a tutte le donne in dolce attesa. Le future mamme, infatti, sanno bene che il dolore durante il parto è inevitabile: i muscoli ed i tessuti della zona pelvica sono sottoposti ad un grande sforzo. E’ comprensibile, quindi, che le gestanti abbiano timore di affrontare il parto. Prendere, però, piena coscienza di quello che sta accadendo al proprio corpo e di quello a cui si va incontro, può aiutare le donne ad affrontare al meglio il parto. Un aiuto naturale e privo di rischi per mamme e nascituro per affrontare serenamente e senza troppa paura il parto, riducendo anche il dolore, arriva dal metodo Zilgrei.

Che cos’è il metodo Zilgrei?

Il metodo Zilgrei, dai nomi del chiropratico Hans Greissing e della sua paziente Adriana Zillo che lo idearono, è un sistema di autoterapia che combina le tecniche della respirazione a posture e movimenti specifici del corpo.

Parto, alleviare il dolore con iniezioni d’acqua

Avere paura del parto e soprattutto del dolore è una sensazione che accomuna tutte le donne, sia le primipare che quelle che hanno avuto già dei bambini. E’ del tutto normale e comprensibile, infatti, per una gestante essere preoccupata e ansiosa per la delicata situazione che deve affrontare. Molto spesso, però, la paura del dolore interferisce negativamente sulla serena e corretta riuscita del parto. La paura, infatti, può portare la donna durante il parto ad essere tesa e a contrarre i muscoli causando dolore e lacerazioni. E’ importante, quindi, che la donna sia il più serena e tranquilla possibile e preparata per affrontare al meglio il dolore e il parto. Per alleviare i dolori del parto molte donne scelgono di subire un cesareo o di ricorrere all’epidurale. Una soluzione alternativa a questi metodi e ai farmaci per contrastare il dolore nelle partorienti arriva dall’ospedale Mater Mothers di Brisbane nel Queensland, in Australia. Si tratta di semplici iniezioni di acqua sterile da somministrare durante il parto e che sono in grado di calmere il dolore immediatamente.

Perineo: l’importanza di preservarlo prima e durante il parto

perineo

Il pavimento pelvico, detto anche perineo o diaframma pelvico, è lo strato muscolare che circonda l’uretra, la vagina e l’ano. E’ un muscolo a tre strati, a forma di imbuto, situato nel bacino. Il perineo è indispensabile per tenere nella giusta posizione i muscoli addominali, per sostenere gli organi interni e per controllare la fuoriuscita di urina e feci. Durante la gravidanza, inoltre, il pavimento pelvico contiene il feto e rimane chiuso per permettere la crescita del bambino. Al momento del parto, il perineo si distende per orientare e dirigere la testa del bambino fino ad aprirsi al momento della nascita. E’ opinione diffusa che durante il parto il pavimento pelvico si laceri inevitabilmente, tant’è che in moltissimi ospedali viene praticato un taglio al perineo (episiotomia) che eviterebbe danni peggiori. Quello che molte donne non sanno, spesso a causa di una cattiva informazione, è che è possibile partorire mantenendo il proprio perineo integro e che la causa più comune di lesioni perineali è proprio l’episiotomia.

Il bonding, ovvero il legame fra la mamma e il bambino

bonding madre bambino

Con il termine bonding si indica il processo che porta alla formazione del legame fisico e psicologico fra il bambino e i suoi genitori, la mamma in particolare, legame in virtù del quale i genitori sviluppano una particolare sensibilità verso le esigenze del piccolo e si prendono cura di lui, lo proteggono, lo coccolano. Il bonding è un processo condizionato da molti fattori: dalle caratteristiche di personalità della mamma e dal suo stato di salute, dal tipo di parto, dalle condizioni di salute del bambino stesso, dagli accadimenti immediatamente successivi alla nascita.

Ne consegue che, a seconda della qualità di suddette variabili, il bonding può risultare agevolato od ostacolato; per facilitare il bonding, ad esempio, è fondamentale che il bambino sia dato in braccio alla madre entro poche ore dalla nascita, tanto più che è proprio in questo momento che essa si trova nel periodo sensibile che le permette di entrare immediatamente in contatto fisico ed emotivo con lui, mentre appare chiaro come il processo possa venire ostacolato quando le condizioni del salute della madre o del figlio non lo permettono.

Come far girare da sole un bambino podalico

far girare il bambino
Durante la gravidanza, il bambino per prepararsi al parto, dovrebbe posizionarsi a testa in giù nell’utero della mamma, tra la 33 e la 36 esima settimana.  Il bimbo, però, non sempre raggiunge la posizione cefalica, a causa di fattori di varia natura come la conformazione del bacino della mamma. Quando il bambino è in posizione podalica (si presenta con i piedi, le ginocchia, il sederino, ecc..), le mamme, per scongiurare il rischio di un parto cesareo, ricercano alcuni espedienti per far girare il bimbo.

Epidurale, tutte le risposte

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Cos’è l’epidurale?

L’epidurale può essere definita un mezzo per ridurre il dolore del parto. Non si tratta infatti di una vera e propria anestesia ma un analgesico a basso dosaggio che permette di sentire ancora le contrazioni e di camminare. I farmaci usati infatti non vanno in circolo nel sangue ma rimangono a livello delle fibre nervose coinvolte nel dolore del parto dove agiscono nel giro di circa dieci minuti e rimangono attivi per circa due ore.

Come viene fatta l’epidurale?

L’epidurale viene fatta al momento ritenuto opportuno da ostetrica e ginecologo e solo una volta che il travaglio è a buon punto. Si fa inserendo un catetere (che rimane per eventuali iniezioni successive) nel cosiddetto spazio epidurale, ovvero tra le vertebre della zona lombare e la membrana che avvolge il midollo spinale in una zona che si trova poco sopra il punto vita.

La polizza parto Doctor più Evolution di Toro Assicurazioni

polizza parto Doctor più Evolution Toro Assicurazioni

Ieri vi abbiamo parlato di Saracheck up, la polizza assicurativa che copre le spese del parto; oggi parliamo di Toro Assicurazioni che tra i vari pacchetti personalizzati a seconda delle esigenze, all’interno della sezione “Per te e la tua impresa”,  ne ha anche uno chiamato “Doctor più Evolution” il cui claim è Essere più sereni in caso di malattia.

Si può scegliere tra quattro combinazioni di garanzia. In quella chiamata “Intervento chirurgico”, parlando in maniera specifica del parto Doctor Più Evolution rimborsa le spese sostenute per il parto naturale, cesareo, aborto spontaneo, terapeutico o post-traumatico.

Le altre scelte sono: Grande Intervento Chirurgico, Intervento Chirurgico + Alta Diagnostica, Intervento Chirurgico + Alta Diagnostica + Ricovero senza Intervento Chirurgico. Quest’ultima è la più completa ed al cui interno si possono trovare prestazioni aggiuntive e relative al ricovero per complicazioni a seguito di interruzione volontaria della gravidanza e le cure prestate ai figli neonati e adottati per un periodo di sei mesi, anche se non assicurati.

Saracheckup: la polizza assicurativa che comprende le spese del parto

Saracheckup parto

Nella scelta dell’assicurazione per malattia, ogni donna deve fare attenzione che vi siano comprese anche le spese per il parto, dato che non tutte le polizze la comprendono; quella di cui vi parleremo oggi comprende diverse agevolazioni relative alla maternità. La polizza in questione è  Saracheckup, il pacchetto salute di Sara Assicurazioni.

Saracheckup è rivolta sia ai singoli che ai nuclei familiari e comprende tutti servizi propri di una polizza malattia più un programma di prevenzione per la diagnosi precoce, ed è utilizzabile sia nei centri convenzionati che in altre strutture tramite il sistema a rimborso. Grazie ad alcune garanzie che si possono acquistare a sé, la polizza prevede anche un’indennità giornaliera in caso di ricovero ospedaliero, di applicazione del gesso, per la convalescenza e un’indennità permanente da malattia.

Vediamo nello specifico quali sono le garanzie di base previste dalla polizza Saracheckup, con particolare attenzione per quelle relative a parto e maternità; innanzi tutto sono comprese nella polizza standard le spese di ricovero per parto naturale e quelle per intervento e ricovero in caso di cesareo, le spese per l’eventuale permanenza del neonato nella baby room e nell’incubatrice, gli esami clinici e strumentali per il neonato nei giorni immediatamente successivi al parto, un numero massimo di 3 visite specialistiche e di 3 ecografie nei 120 giorni precedenti al parto, cure e visite mediche e diagnostiche nei 120 giorni successivi al parto.

E’ possibile fare il cesareo su richiesta?

cesareo su richiesta

Secondo alcuni dati statistici su scala internazionale, in una percentuale che oscilla tra il 6 e l’8% dei casi il parto cesareo avviene su richiesta esplicita della futura madre e in assenza di indicazione del medico. E’ la donna cioè a decidere di far nascere il proprio bambino attraverso un intervento chirurgico programmato e non mediante il parto naturale.

Fra le motivazioni di questa scelta sembra che ci sia principalmente la percezione di una maggiore sicurezza per sè e il bambino, l’aver avuto in passato un parto attivo con ventosa o forcipe, precedenti esperienze negative di parto naturale. Quanto alla percezione di maggiore sicurezza però sembra che la futura mamma si sbagli, perchè il parto cesareo in assenza di indicazione medica comporta maggiori rischi per la madre di andare incontro ad una lesione della vescica (+36%) o all’isterectomia (+44%) e per il nascituro di manifestare distress respiratorio a causa della mancanza di travaglio.

Rooming-in: ecco in cosa consiste

rooming in

Per rooming-in si intende la possibilità di tenere in ospedale, all’interno della propria stanza, il bambino appena nato, in un lettino accanto alla mamma, senza i limiti d’orario che di solito vengono imposti durante la degenza ospedaliera post parto.

Questa possibilità si sta diffondendo in molti ospedali, alla luce dei numerosi studi che hanno dimostrato come il legame tra la mamma e il bambino sia favorito dal contatto prolungato nel periodo immediatamente successivo alla nascita; inoltre le mamme che possono stare più tempo a contatto con il neonato si sentono più rilassate e fiduciose delle loro capacità di accudirlo una volta rientrate a casa.

In pratica il rooming-in si inserisce in tutte quelle azioni che servono a rendere meno difficile il contatto tra madre e figlio Anche l’allattamento al seno sarà favorito con il rooming-in, perché apparirà ancora più facile e naturale; inoltre questa pratica aiuta il neonato ad affrontare il distacco dal grembo materno nel quale ha vissuto per 9 mesi.

Il papà in sala parto

padri in sala partoNonostante pubblicità e film non facciano altro che propinarci l’immagine del papà felice che esce dalla sala parto comunicando orgoglioso a parenti e amici l’avvenuta nascita del proprio erede, sembra che la presenza del padre in sala parto sia meno comune di quanto si crede. Sono in molti infatti a rinunciare ad assistere la propria compagna nel momento più significativo della vita della coppia.

In particolare, secondo quanto ho appreso leggendo una rivista specializzata, sembra che si possano individuare quattro categorie di comportamenti messi in atto dai futuri padri durante la gravidanza e al momento del parto: quelli che hanno meditato per nove mesi sull’opportunità di assistere al parto e che, giunto il momento fatidico, si sono fiondati accanto alla propria compagna senza esitare, quelli che nonostante tutte le buone intenzioni all’ultimo minuto fanno retro front e fuggono via, quelli che si sono sempre detti contrari ad assistere alla nascita del proprio figlio ma alla fine non se la sentono di lasciare sola la propria compagna e, infine, quelli che si sono sempre detti contrari e restano fedeli alla propria posizione.

Puerperio, viviamolo al meglio

puerperio cosa fare

Con il termine puerperio si indica il periodo che segue il parto. In questo periodo, di circa quaranta giorni, il corpo della donna subisce alcuni cambiamenti che lo riconducono all’assetto precedente alla gravidanza e riguardano dimensioni dell’utero, metabolismo e ormoni. E’ un periodo molto particolare sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psichico perchè la neo-mamma deve anche confrontarsi con il suo nuovo ruolo e con i nuovi impegni e responsabilità che questo comporta.

Esattamente come accade per l’allattamento, anche sul puerperio si sente dire un po’ di tutto e molte mamme già “navigate” si dilettano a dispensare consigli su cosa e meglio fare o no per tornare in forma piuttosto su quali attività siano vietate o consentite alla mamma. Per esempio, vi potrebbe capitare di sentirvi dire che è meglio non fare il bagno o non avere rapporti sessuali per almeno un mese dopo la nascita del piccolo. Sarà vero? Per rispondere a queste e ad altre domande vediamo di conoscere meglio il puerperio e capire come comportarci per viverlo e superarlo al meglio.

Kiwi omnicup, la ventosa soft

nuova ventosa ostetrica

In Italia si fa uso della ventosa ostetrica solo in una percentuale piuttosto irrisoria di casi (il 5-10%) quando cioè il parto naturale non potrebbe concludersi felicemente senza l’intervento del medico; tuttavia, è possibile farvi ricorso solo quando sono presenti le seguenti condizioni: la testa del bambino abbia già attraversato la gran parte del canale del parto, la grandezza della testa del piccolo gli permette di passare attraverso il bacino materno, la dilatazione è completa e le membrane sono rotte.

Mentre fino a una decina di anni fa però veniva utilizzata una ventosa metallica del diametro di circa 5-7 centimetri che richiedeva un tempo variabile da 10 a 20 minuti per adattarsi alla testa del bambino (tardando ulteriormente il momento del parto), oggi questo modello è stato progressivamente sostituito con una ventosa più moderna, la kiwiomnicup appunto, che essendo realizzata in plastica aderisce immediatamente al cuoio capelluto del bambino abbreviando sensibilmente i tempi.