Il parto in casa rappresenta secondo molti la pratica capace di fare vivere alla donna l’esperienza più bella del mondo nella maniera più naturale possibile. Il ricorso a tale tipologia di parto è in crescita, nonostante siano ancora veramente poche le future mamme che scelgano di dare alla luce il proprio bimbo tra le mura domestiche. Sono parecchie le regioni italiane che prevedono vi sia un rimborso spese ed un’assistenza medica adeguata per chi opti per tale tipo di parto.
Parto e il Post-Partum
Quando il bambino si mette in posizione cefalica?
La posizione cefalica è, senza dubbio, quella più adatta alla nascita. Avviene così che il bambino si presenti con la testa verso il basso ed in piedini in alto in modo da poter attraversare senza difficoltà il canale dell’utero. Non tutti i bambini, però, al momento del parto o in prossimità dello stesso, assumono tale posizione. Nel 5% delle gravidanze, infatti, il piccolo può presentarsi in posizione podalica o di spalla, sicuramente meno consone. Quando il bambino, di norma, si mette in posizione cefalica?
Partorire in piena estate, pro e contro
Fermo restando il fatto che dare alla luce il proprio bambino rappresenti, superato il trauma legato al momento del parto, il momento sicuramente più emozionante nella vita, non solo di una donna ma dell’intera famiglia ed in qualsiasi stagione, non prendiamoci in giro: considerate tutti i malesseri e fastidi legati alla dolce attesa e sommateli al caldo incessante legato al mese di luglio o di agosto. Ecco, non per scoraggiare alcuna, ma sicuramente il fatto di partorire in piena estate ha i suoi pro ed i suoi contro, come avviene per tutto, del resto. Vediamo insieme quali sono gli uni e gli altri.
Parto in acqua, vantaggi e svantaggi
Sono parecchie le donne che negli ultimi anni hanno scelto, per il proprio parto, quello in acqua. Si tratta, in sostanza, di dare alla luce il proprio bambino in apposite vasche o piscine create a tale scopo, di dimensioni adatte per consentire un travaglio ed un parto sereno e il più confortevole possibile. Si stima addirittura che una donna su 10 opti attualmente per tale tipologia di parto e che lo scelga sostanzialmente per favorire una nascita il più naturale e meno dolorosa possibile. Ma come al solito non sono tutte rose e fiori, ecco quali sono i pro ed i contro.
Episiotomia: è sempre necessaria?
Se non conoscete tale parola probabilmente dormirete sonni tranquilli, ma si tratta di uno dei termini che più spaventi le future mamme. L’episiotomia, per chi non sappia di cosa si tratti, è l’incisione del perineo di circa 2-3 cm, che ha come scopo quello di aumentare il diametro a disposizione del bambino per poterne facilitare il passaggio al momento del parto. Non solo, è utile anche per evitare il crearsi di lacerazioni che potrebbero comportare effetti anche gravi.
Gravidanza, la visita con l’anestesista
La visita con l’anestesista rappresenta una consultazione obbligatoria per chi sia in dolce attesa, sia nel caso in cui si sia deciso di ricorrere all’epidurale che non. Ciò in quanto effettuare l’anestesia potrebbe rivelarsi necessario durante il parto, specie in caso dell’insorgenza di complicazione o in presenza di un cesareo non programmato. Tale incontro avviene presso la struttura all’interno della quale si sia deciso di dare alla luce il proprio bambino.
Cosa mettere nel beauty case per l’ospedale
Nelle ultime settimane prima del parto una delle priorità sta nel preparare la borsa per l’ospedale. Trattandosi di un’operazione particolarmente importante si inizia, solitamente, parecchio tempo prima la data presunta del parto per essere sicure di avere preso tutto il necessario per se e per il bambino. Una volta chiusa quella, arriva il momento di pensare al beauty case: non vi sto suggerendo di truccarvi tra una doglia e l’altra ma ci sono alcuni prodotti che vi torneranno senz’altro utili prima e dopo il parto, per non avere un aspetto più sbattuto del necessario: in fondo siamo sempre donne!
Parto indotto: quali sono i rischi
Si ricorre al parto indotto principalmente in due casi: qualora si siano superate due settimane dopo la data presunta del parto o quando vi siano seri rischi per la salute della mamma, del bambino o di entrambi. Il parto può essere indotto, nel primo caso, con un massaggio manuale effettuato dalle ostetriche, che mira a stimolare la membrana uterina e che provoca un aumento dell’ormone prostaglandina. Nel caso in cui tale pratica non abbia prodotto gli effetti desiderati si passa all’iniezione, tramite siringa, di un gel di prostaglandine sintetiche somministrato direttamente in fondo alla vagina. Ma quali sono i rischi del parto indotto?
Parto cesareo programmato: quanto tempo prima?
Il parto cesareo rappresenta un’opzione alla quale si ricorre per diversi motivi, sempre e solo dietro parere del proprio ginecologo di fiducia il quale, valutando ogni singola situazione, decide di consigliarlo, specie nel caso in cui il parto naturale possa rappresentare un pericolo per la salute della mamma, del bimbo o di entrambi. Del parto cesareo esistono due tipologie, quello programmato e quello di urgenza. Il primo viene concordato anticipatamente con il proprio medico e consente di fare nascere il bambino in una data prestabilita.
Lo yoga in gravidanza riduce lo stress e favorisce il parto naturale
Se non sapete quale sport seguire in gravidanza, lo yoga potrebbe essere la scelta giusta, perché è dimostrato essere un valido alleato sia durante i nove mesi sia dopo per recuperare la forma. Questa disciplina orientale, molto praticata dagli occidentali, porta diversi benefici all’organismo, tra cui potenziare le difese immunitarie, migliorare la coordinazione neuromuscolare e incidere positivamente sul benessere psicologico.
La ripresa dopo il parto: i tempi e le difficoltà del puerperio
Rimettersi in forma dopo il parto è bel sacrificio e bisogna darsi del tempo. Non guardate alle modelle o alle donne dello spettacolo, come Michelle Hunziker, che a poche ore dalla nascita del loro bambino tornano già in scena e sono più magre di prima. Partorire è un bel trauma e i tessuti, soprattutto gli addominali, hanno bisogno di un periodo di assestamento per recuperare la forma.
Il dolore del parto, esistono alternative all’epidurale?
Il dolore del parto non si può completamente evitare. C’è poco da fare. Esiste però un’importante verità, con cui dobbiamo fare i conti: siamo fatte per partorire e siamo nati tutti così. Questo almeno se si è scelto un parto naturale. Perché ho ricordato questa banalità? Perché non dobbiamo avere paura, ma anzi dobbiamo preparaci fisicamente e psicologicamente a questo momento di grande gioia.
Epidurale, quali sono le controindicazioni
L’anestesia epidurale (o peridurale) è il rimedio al quale molte donne in dolce attesa decidono di ricorrere nel momento in cui andranno a partorire per ridurre sostanzialmente il dolore. Non solo, è molto diffusa all’Estero, dove viene utilizzata nell’80 % dei casi. Tra i suoi aspetti positivi il fatto di far giungere la futura mamma al momento del parto meno stremata e quindi più partecipe della venuta al mondo del proprio bambino. Ma all’anestesia epidurale sono legate una serie di controindicazioni che, nei casi in questione, fanno si che il suo utilizzo non sia permesso. Fortunatamente queste si riducono a pochi e selezionati casi, ecco quali sono.
Epidurale: è vero che allunga il travaglio?
Partorire senza dolore rappresenta l’obiettivo delle future mamme nel momento in cui pensino di ricorrere all’epidurale. Con il termine epidurale – o peridurale – si intende l’anestesia in base alla quale l’anestetico viene iniettato tra il canale osseo della colonna vertebrale e la dura madre. Essa inizia a fare effetto dopo circa una ventina di minuti dalla somministrazione. Il ricorso all’epidurale allevia di gran lunga i dolori del parto facendo si che la donna sia più “presente” alla nascita del proprio bambino. Ma la domanda più ricorrente riguarda i tempi del travaglio: è vero che questi si allunghino?