La pressione bassa in gravidanza

pressione bassa in gravidanza

La pressione bassa è un disturbo che colpisce spesso durante la gravidanza, ma per fortuna non è particolarmente grave, in quanto i sintomi, generalmente, si manifestano con capogiri e senso di stanchezza.

La pressione viene definita bassa, oppure si parla di ipotensione, quando la pressione arteriosa è inferiore ai 110/60 mm Hg; per registrare la pressione si devono sempre misurare due valori: quelli della pressione sistolica, cioè la massima, e quelli della pressione diastolica, ovvero la minima. Soprattutto durante i primi mesi della gravidanza è normale registrare una diminuzione dei valori che oscilla tra i 5 e i 10 punti rispetto a quelli normali.

Per fornire dei numeri di riferimento si può dire che i valori compresi tra 90/140 e 70/120 indicano un perfetto stato di salute della mamma e del feto, mentre possono raggiungere i sintomi dell’ipotensione quando i valori scendono al di sotto di 100/50. I malesseri che compaiono in caso di pressione bassa sono capogiri, perdita del senso dell’orientamento e svenimenti, ma con il progredire della gravidanza andranno attenuandosi, in particolare dalla ventiquattresima settimana in poi, quando i valori della pressione ritorneranno normali.

Gravidanza oltre il termine, che fare?

gravidanza oltre termine

Come ben sapete, la gravidanza dura all’incirca quaranta settimane, ovvero più o meno nove mesi; è tuttavia difficile stabilirne il termine esatto a meno di non conoscere con precisione il momento in cui è avvenuto il concepimento. Il ginecologo stabilisce infatti una data presunta del parto che ha scopo puramente indicativo e spesso i bambini nascono qualche giorno prima o dopo quello indicato.

Se poi il piccolo per nascere attende più di qualche giorno oltre la data presunta questo è spesso per la futura mamma fonte di grande ansia e preoccupazione. In realtà però è piuttosto comune, soprattutto per le primipare, che questo accada; tuttavia il ginecologo, superata la quarantesima settimana di gravidanza, effettua alcuni controlli volti ad assicurarsi che il piccolo stia bene e non risenta della prolungata permanenza dentro al pancione: il monitoraggio, l’ecografia, e l’amnioscopia.

Monitoraggio

Il monitoraggio consiste nella registrazione del battito cardiaco del bambino attraverso il cardiotocografo; allo stesso tempo si rileva l’intensità di eventuali contrazioni uterine. Si tratta di un esame del tutto indolore che si effettua mediante l’applicazione sul pancione di una di fascia collegata ad un apparecchio che traccia il battito cardiaco del bambino.

Il prurito in gravidanza

prurito in gravdanza

Il prurito in gravidanza è una sensazione piuttosto comune che si manifesta soprattutto nei semi, alle estremità e nella zona addominale; la causa è da ricercare nei cambiamenti dovuti alla gestazione, anche se in alcuni casi non esiste un collegamento tra i due fenomeni, e il prurito è dovuto ad allergie o eczemi.

In ogni caso i cambiamenti ormonali legati alla gravidanza  possono aumentare le sensazioni di prurito: basti pensare alla tensione a cui è sottoposta la pelle dell’addome e del seno durante i nove mesi di gestazione, soprattutto nell’ultimo trimestre; a questo va aggiunto anche l’aumento del livello degli estrogeni che acutizza la ritenzione idrica.

La lombalgia in gravidanza

lombalgia gravidanza

Secondo recenti ricerche, l’80% della popolazione soffre di lombalgia, ovvero di un dolore che si localizza attorno alla zona lombare della colonna vertebrale; in gravidanza la possibilità di soffrire di questo disturbo è maggiore, e c’è pure la possibilità di risentirne anche dopo il parto. In genere, il dolore si presenta intorno alla diciottesima settimana di gravidanza, e raggiunge il culmine tra la ventiquattresima e la trentaseiesima settimana.

Non si può individuare una causa precisa ai dolori lombari in gravidanza, anche se di sicuro influisce l’aumento del volume e del peso dell’utero, nonché il cambiamento della postura per sopportare tale carico. Nel caso in cui compaia questo disturbo, la cosa migliore da fare è evitare uno stile di vita troppo sedentario, quindi, via libera alla ginnastica in acqua oppure a tecniche dolci per controllare il dolore; anche l’agopuntura può rivelarsi utile in questi casi.

L’agopuntura durante la gravidanza

agopuntura in gravidanza

L’agopuntura è una terapia della medicina cinese che ha il compito di migliorare il benessere dell’organismo nel caso in cui venga a mancare; l’agopuntura è una pratica priva di controindicazioni e che, per questo, è particolarmente utile durante la gravidanza perché aiuta a risolvere i problemi che si presentano durante la gestazione e che quindi possono essere risolti senza farmaci. La terapia dell’agopuntura avviene utilizzando dei sottili aghi, ovviamente monouso, che possono far provare diverse sensazioni e che, comunque, non provocano mai un dolore vero e proprio.

I disturbi tipici della gravidanza che possono essere contrastati con l’agopuntura sono: la cefalea, la nausea, le gambe gonfie e la lombosciatalgia. Generalmente la cefalea, e quindi il mal di testa, migliora durante la gravidanza , ma nel caso in cui continuasse, l’agopuntura aiuta a risolvere il problema senza ricorrere all’uso dei farmaci; la nausea, che è uno dei disturbi più fastidiosi della gravidanza viene alleviata dall’agopuntura sollecitando un punto che si trova nella parte centrale e interna del braccio, magari associandolo ad altri due punti su gambe e tronco.

Gli ormoni della gravidanza

ormoni della gravidanza

Durante la gravidanza gli ormoni sono molto importanti perché preparano il corpo della donna alla gestazione stessa e al parto, e hanno una funzione fondamentale anche a livello emotivo perché, grazie ad un processo di adattamento, la preparano psicologicamente.

Gli ormoni principali che agiscono durante la gravidanza sono il progesterone, la gonadotropina corionica umana (beta HCG), la prolattina e gli estrogeni. Il progesterone assicura il normale svolgimento della gestazione e stimola la funzione mammaria, ma per contro aumenta la temperatura corporea e può provocare la stitichezza; la gonadotropina corionica umana è l’ormone della gravidanza per eccellenza perché si presenta solo in questa condizione, ed è fondamentale nella prima fase; il beta HCG agisce sullo sviluppo della placenta e delle pareti dell’utero e sostiene la crescita dell’uovo fecondato.

La gravidanza isterica, definizione e cause

gravidanza isterica

La gravidanza isterica o pseudociesi è una condizione piuttosto rara in cui una donna presenta tutti i sintomi di una gravidanza pur non essendo in stato interessante; ma non solo, la donna che si trova in tali condizioni è fermamente convinta di essere in dolce attesa riferendo persino di avvertire i movimenti del piccolo.

D’altra parte, nel 59% dei casi si manifestano le classiche secrezioni dal seno, l’aumento di volume dell’addome (97%), l’amenorrea (98%), la galattorrea (56%) e l’aumento di peso (44%). Insomma si tratta di una vera e propria gravidanza ad eccezione del fatto che all’ecografia non risulta visibile alcun feto, nè auscultabile il suo battito cardiaco.

All’origine della pseudociesi troviamo sempre fattori di natura psichica quali il desiderio fortissimo di avere un figlio (nel 59% dei casi si tratta di donne che hanno problemi di fertilità); questo evento infatti è spesso ritenuto di fondamentale importanza per la definizione della propria identità psichica soprattutto in quelle culture e in quei contesti sociali e familiari in cui è sentito ancora più forte il legame fra la maternità e la propria compiutezza e completezza come donna.

Mal di schiena in gravidanza: quali sono le posture giuste

mal di schiena in gravidanza

Con il progressivo aumento del peso del pancione, uno dei disturbi più frequenti durante la gravidanza è il mal di schiena; questo disturbo inizia a manifestarsi intorno al quarto o quinto mese di gestazione e il dolore si concentra nella parte bassa della schiena, all’altezza dei reni, ma può interessare anche le ossa del bacino, la zona delle scapole e le gambe.

Il mal di schiena in gravidanza dipende dal fatto che con la crescita del feto il bacino si sposta in avanti per mantenere l’equilibrio, e questo spostamento causa una forte e continua tensione ai muscoli della schiena che, per via dello sforzo, fanno male. Inoltre, nel mal di schiena influisce anche la dilatazione dell’utero che preme sul nervo sciatico procurando forti dolori alla schiena e alle gambe.

Un’altra ragione del mal di schiena in gravidanza è la produzione di un ormone che rilassa i muscoli della zona lombare e li prepara all’elasticità che servirà per espellere il feto durante il parto; questo allentamento ostacola la funzione di sostegno dei muscoli alla colonna vertebrale, caricando troppo le ossa e provocando, quindi, un forte dolore.

La gravidanza durante le feste di Natale

gravidanza durante le feste di natale

Se siete incinte in questo periodo non dovete preoccuparvi di perdere il divertimento delle feste natalizie, perché basta qualche piccolo accorgimento e non avrete problemi. Iniziamo con i cibi: non dovete privarvi di niente basta seguire quei piccoli accorgimenti che di sicuro osserverete anche durante gli altri giorni, e cioè evitare i dolci che potrebbero contenere uova crude o poco cotte, i formaggi con le muffe o non pastorizzati, i salumi se siete a rischio di toxoplasmosi e i piatti fritti ed eccessivamente elaborati in genere.

Evitate assolutamente lo stress e la corsa ai regali di Natale, fin dove è possibile fatevi aiutare da familiari e amiche, e dove non ne potete proprio fare a meno ricorrete alle spese on line: non sarà divertente come un giro di shopping in centro, ma almeno eviterete code e resse fuori dai negozi, con conseguenti caviglie gonfie e mal di schiena.

Altre indicazioni utili per chi è in dolce attesa in questo periodo sono quelle dettate dal buon senso; ad esempio, se per Natale avete programmato un paio di giorni fuori città non dimenticate di portare con voi tutti i documenti relativi alla gravidanza in modo da averli sotto mano se ce ne fosse bisogno. Se gli impegni relativi alle festività stanno diventando troppo pesanti, cercate di prendervi alcune pause rigeneranti per voi e per il vostro bambino come ad esempio dedicarvi ad un’ora di yoga o di nuoto.

Sofferenza placentare, le cause

sofferenza placentare

La placenta è un vero e proprio organo temporaneo che si forma nell’utero durante la gravidanza con lo scopo di proteggere e nutrire il feto; è un organo che madre e bambino condividono e che rappresenta il primo legame fisico tra i due: essa è costituita infatti per una parte dall’endometrio materno e per un’altra dai villi coriali del feto e al suo interno entrano tanto i vasi sanguigni della madre quanto quelli del nascituro che è collegato alla placenta attraverso il cordone ombelicale.

La placenta si differenzia dall’embrione intorno al terzo mese di gestazione e continua a svilupparsi fino al settimo mese quando appare come un disco di circa 18 cm di diametro e 3-4 di spessore centrale; il peso della placenta dipende da quello del bambino ma si aggira di solito intorno ai 600 grammi. La sua espulsione avviene nella parte terminale del parto, detta secondamento, e avviene al massimo entro un’ora dalla nascita del piccolo a causa della repentina riduzione del volume dell’utero che ne causa lo scollamento dalla parete uterina.

Come preparare il seno all’allattamento

preparazione seno all'attamento

Già sei settimane prima del parto bisognerebbe iniziare a preparare il seno all’allattamento, soprattutto le donne che hanno capezzoli retratti oppure poco sporgenti; inoltre, manipolare il seno e i capezzoli aiuta ad aumentare la loro resistenza e quindi ad attenuare problemi futuri come le ragadi.

Per preparare il seno all’allattamento gli esperti consigliano di effettuare tutti i giorni, per qualche minuto, alcuni esercizi in grado di abituare il seno alla futura funzione. Per prima cosa, durante la doccia o il bagno massaggiate la zona dell’areola e del capezzolo utilizzando un guanto di crine ed esercitando una breve pressione per qualche minuto: questa operazione serve ad irrobustire la pelle; dopo l’asciugatura massaggiate ancora con olio di mandorle.

Come mettere le cinture di sicurezza dell’auto in gravidanza

cinture di sicurezza in gravidanza

Generalmente si pensa che mettere la cintura di sicurezza dell’auto mano a mano che il pancione cresce sia pericoloso per il feto: bene, è una convinzione assolutamente sbagliata, tutto dipende dal mondo in cui la cintura viene messa. Chiariamo subito una concetto: la cintura di sicurezza in auto va sempre indossata e a maggior ragione durante la gravidanza proprio per proteggere mamma e bambino in caso di incidenti stradali, anche leggeri.

Il modo corretto di usare le cinture di sicurezza è sistemarle più in basso del pancione e mai sopra; la parte orizzontale della cintura delle passare sotto la pancia e la parte trasversale in mezzo al seno. La cintura deve essere regolata in modo che la mamma si senta comoda, e che, allo stesso tempo, il meccanismo di blocco non scatti all’improvviso senza motivo. Se ciò non fosse possibile, sarebbe opportuno dotarsi di cuscini di blocco che portano la cintura sotto la pancia, soprattutto se è proprio la mamma a guidare, perché in questo modo non viene intaccata la libertà di movimento della guida, pur garantendo la massima sicurezza.

L’infezione da streptococco

gravidanza

Sebbene lo streptococco (termine completo streptococco beta-emolitico di gruppo B o Streptococcus agalactiae) non sia un batterio pericoloso né per la salute della futura mamma né per l’andamento generale della gravidanza bisogna ricordare che se presente al momento della nascita può essere trasmesso al feto causando setticemia. Ricordo anche che si tratta di un batterio che almeno all’apparenza non mostra alcun sintomo.

L’eventuale presenza dell’infezione può essere diagnosticata con un tampone vagino-rettale che la mamma può eseguire tra la 35° e la 37° di gestazione; un prelievo indolore e non invasivo.
Lo streptococco di gruppo B è la prima causa di infezione batterica da mamma a bambino e come detto può causare setticemia; non solo. Nel 10% dei casi può portare alla morte del piccolo e nel 5%-10% può causare meningite.

Non si tratta di un esame di routine ma viene comunque sia prescritto da quasi tutti i ginecologi ed anche gli ospedali, al momento del ricovero lo richiedono.

L’anemia in gravidanza

anemia in gravidanza

L’anemia, cioè la carenza di ferro nell’organismo, è un disturbo molto frequente in gravidanza: secondo alcune ricerche ben l’80% delle donne incinte ne soffre. Durante il periodo della gestazione la donna ha bisogno di una maggiore quantità di ferro, e una sua carenza può comportare dei rischi anche per il feto.

Per verificare se la donna è carente di ferro, è necessario l’esame della sideremia, il quale può verificare la presenza di un’anemia usando come parametri i valori di emoglobina inferiori ai 10 mg/dl, anche se è soprattutto la ferritina a determinare l’esito dell’esame, in quanto indica la valenza della presenza di ferro nell’organismo. In linea di massima, l’anemia può essere la conseguenza di una dieta sbagliata, di una precedente gravidanza, o dovuta alla normale perdita di ferro con il sangue delle mestruazioni, e si scatena nel momento in cui le cellule del corpo accusano la mancanza di ossigeno, indebolendo, così, tutto l’organismo.

Durante la gravidanza c’è una richiesta supplementare di ferro dovuta alla crescita del bambino e, se c’è anemia o se le riserve sono troppo basse, la crescita cerebrale del nascituro potrebbe essere più lenta, oppure, secondo una ricerca presentata di recente negli Stati Uniti, minare il rapporto affettivo con la madre, che si tradurrebbe in freddezza e in distanza nei confronti della genitrice durante la crescita.