L’asfissia perinatale

Il termine asfissia significa assenza di polso, perinatale invece, nel linguaggio medico e statistico, è detto del periodo che precede e segue immediatamente la nascita.

L’asfissia perinatale ha un’incidenza di circa 3-4 bambini per mille nati vivi. Ha inizio con una diminuzione del contenuto di ossigeno (O2) nel sangue, per questo è chiamata anche ipossiemia, ed è dovuta ad un insufficiente apporto di esso attraverso la placenta (prima o durante il parto) o all’assenza o insufficienza della respirazione (dopo la nascita).

Può coinvolgere numerosi organi e apparati, come conseguenza dell’alterazione del sangue, ma è l’interessamento del sistema nervoso centrale, ovvero l’encefalopatia ipossico ischemica, a minacciare in misura maggiore la salute del piccolo.

Parto prematuro, si può prevenire con il progesterone

Il parto prematuro spaventa molte donne, ma si può prevenire aiutando la mamma durante la gestazione con il progesterone. Abbiamo già parlato di quest’ormone femminile perché ha un importante ruolo nel corso della gravidanza, oggi però cerchiamo di focalizzare un pochino meglio proprio sul tema della nascita pretermine. L’argomento è stato trattato durante il 31° Meeting annuale della Society for Maternal-Fetal Medicine (SMFM) The Pregnancy Meeting in corso a San Francisco (Usa).

Il progesterone agisce sulla mucosa uterina in modo che questa possa accogliere l’uovo fecondato. Inoltre favorisce l’irrorazione dell’endometrio e lo sviluppo delle ghiandole mammarie. Ma fa molto di più.

Una donna affetta da fibrosi cistica può avere un figlio?

Fino agli anni ’80 una donna con la fibrosi cistica si sentiva rispondere dai medici di non potere assolutamente avere una gravidanza. Infatti in base ai dati raccolti si diceva che al di sotto di una certo indice di funzionalità polmonare (FEV1 ovvero Volume di Flusso Espiratorio, espresso in percentuale rispetto al valore normale atteso) e di un certo livello di situazione nutrizionale (indicato dal rapporto peso/ altezza), la gravidanza comportava grossi rischi.

Altri studi sono stati fatti poi nei decenni successivi e hanno coinvolto un ingente numero di donne con fibrosi cistica e non. Uno dei più importanti è stato The Effect of Pregnancy on Survival in Women with Cystic Fibrosis condotto da Goss CH, Rubenfeld GD, Otto K, Aitken ML dalla Division of Pulmonary and Critical Care Medicine, (Department of Medicine, Università di Washington Medical Center).

Gravidanza, dopo i 35 anni 6 volte più rischiosa

La fertilità sia dell’uomo che della donna, si sa, declina con il passare degli anni. Se si desidera avere un bambino, quindi, meglio non rimandare troppo.

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Obstetrician and Gynaecologist ha ribadito i rischi, per mamma e bambino, di concepire un figlio dopo i 35 anni. I ricercatori hanno analizzato i risultati dei tutte le ricerche effettuate sul tema negli ultimi anni. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che per la donna dopo i 35 anni aumentano di ben sei volte i rischi di complicazioni durante la gravidanza. In particolare, aumenta il rischio di aborti spontanei, parto pre-termine, gravidanza ectopica, preeclampsia , cesareo, etc.. Aumenta, inoltre, il rischio di mettere al mondo un bambino con problemi cromosomici, ed in particolare affetti dalla Sindrome di Down.

Alimentazione in gravidanza: come evitare obesità e diabete al bambino

Evidenze scientifiche mostrano che numerose e frequenti patologie nei bambini (ma anche disturbi nelle mamme e negli adulti) come obesità, diabete e ipertensione, possono essere attribuiti a squilibri avvenuti durante la gravidanza.

Nell’inverno scorso, ad esempio, i laboratori della Rockfeller University hanno reso pubblico uno studio sul fatto che un’alimentazione grassa in gravidanza predispone i bambini all’obesità.

È preferibile, pertanto, scegliere un’alimentazione magra, per evitare che, a causa degli alimenti grassi, si scatenino cambiamenti cerebrali nel feto, alterando la riproduzione di determinate proteine (chiamate peptidi oressigenici, stimolatori dell’appetito) e predisponendo il bambino a seri disturbi dell’alimentazione, come appunto l’obesità.

Allo stesso modo, un eccessivo aumento di peso durante la gestazione provoca pericoli anche per le mamme, in quanto amplifica il pericolo di andare incontro a diabete gestazionale o preeclampsia.

Poliabortività, le cause

Con il termine poliabortività, o abortività ricorrente, si indica l’interruzione spontanea di due o più gravidanze consecutive prima della ventesime settimana di gestazione. La probabilità che una donna abortisca due volte consecutive (aborto ripetuto) è minore del 5% mentre solo l’1% delle donne ha tre o più aborti consecutivi (aborto abituale). Nel 10% dei casi di aborto abituale il feto presenta anomalie cromosomiche ma le cause della poliabortività possono essere molteplici:

  • Anomalie genetiche: nel 70% dei feti abortiti spontaneamente si riscontrano anomalie cromosomiche
  • Anomalie ormonali: difetti di secrezione del progesterone, livelli elevati di LH e di prolattina.
  • Anomalie metaboliche: livelli elevati di glicemia nel corso del primo trimestre di gravidanza, più raramente disfunzioni tiroidee.
  • Anomalie anatomiche congenite o acquisite: anomalie dell’utero causate da miomi o aderenze che impediscono alla cavità uterina di distendersi.
  • Fattori di impianto: l’ovulo non riesce ad impiantarsi correttamente pregiudicando il proseguimento della gravidanza.

Leucorrea: perdite vaginali in gravidanza

Ogni donna, nel corso della propria vita, deve fare i conti con le perdite vaginali. Non sempre, però, le perdite sono da associare ad un’infezione. Molte delle perdite vaginali, infatti, sono fisiologiche e si presentano, ad esempio, durante il periodo dell’ovulazione o della menopausa. La quantità di queste perdite naturali e fisiologiche, non è sempre la stessa ma può variare, per esempio, a seconda della fase del ciclo.

Molte donne notano un aumento delle perdite anche durante la gravidanza. Questo fenomeno è del tutto normale e prende il nome di leucorrea.

Cos’è la leucorrea?

Con il termine leucorrea si indica, generalmente, un aumento delle secrezioni vaginali. Queste appaiono gelatinose, di color bianco-trasparente ed hanno un odore sottile.

I capogiri in gravidanza

Uno dei disturbi più frequenti in gravidanza sono i capogiri. Molte donne, infatti, già a partire dalle primissime settimane di gestazione, avvertono dei capogiri accompagnati da un senso di stanchezza e di affaticamento. Tutto questo, però, non deve allarmare eccessivamente la futura mamma. Si tratta di disturbi  assolutamente fisiologici durante la gestazione dovuti all’adattamento dell’organismo della donna alla nuova situazione.

Le cause dei capogiri possono essere associate al generale indebolimento dell’organismo della futura mamma e all’abbassamento della pressione arteriosa. Durante i nove mesi, infatti, gli ormoni stimolano la vasodilatazione per far affluire più sangue verso il feto, abbassando la pressione sanguigna della donna. La futura mamma, quindi, è più delicata per quanto riguarda la circolazione e la pressione arteriosa ed è più facilmente soggetta a capogiri.

Il bambino inizia a vedere già nella pancia della mamma

Dentro alla pancia della mamma, il bambino vive un’esperienza meravigliosa, esperienza che a noi resta ancora misteriosa. Negli ultimi studi scientifici sono emersi tanti elementi interessanti, per esempio una ricerca di qualche settimana ha svelato che i gemelli riescono già a comunicare nel grembo materno. Oggi, invece, si è scoperto che il feto può vedere quello che ha intorno, e magari anche le sue manine e i suoi piedini, dal settimo mese in poi.

Negli ultimi due mesi di gravidanza, infatti, penetra abbastanza luce nella pancia della mamma da permettergli di cominciare a sperimentare la visione dentro l’utero. A raccontarci questa cosa incredibile è uno studio, firmato da Marco Del Giudice, ricercatore presso il dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino.

Il riposo forzato in gravidanza

Ci sono future mamme a cui, per diversi motivi (rischio di parto prematuro, minacce d’aborto), il medico ha prescritto un periodo di cosiddetto riposo forzato. Una situazione, questa, che, se in un primo momento può sembrare piacevole, a lungo andare, invece, può incidere negativamente sull’umore della futura mamma.

Se vi hanno consigliato di stare a letto, infatti, dopo i primi giorni in cui avete recuperato le energie, vi sentirete annoiate, stufe e facilmente irritabili. Dovete, però, tener presente che il riposo forzato è molto importante per la vostra salute e per quella del vostro bambino. Per questo, l’ideale è quello di trovare degli stratagemmi per rendere il vostro riposo il più piacevole possibile. Un’idea può essere quella di utilizzare un computer portatile per restare in contatto con le vostre amiche, per svolgere piccole commissioni, per tenervi aggiornate sulle news, per partecipare ai dei forum, etc..  

La colestasi gravidica

Tutte le mamme e le future tali lo sanno: con l’avanzare della gravidanza e la crescita del pancione, la pelle si tende, tira e prude. Il prurito è uno dei disturbi più frequenti che si manifestano durante i nove mesi di gestazione e soprattutto nell’ultimo trimestre. Generalmente, il prurito tende a localizzarsi sull’addome, sui seni e sulle gambe. Il prurito anche se è un fastidio frequente e spesso banale, non deve essere sottovalutato ed è importante parlarne subito con il proprio ginecologo. Il prurito, infatti, può essere il campanello di allarme di un  disturbo ben più serio: la colestasi gravidica.

Cos’è la colestasi gravidica?

La colestasi gravidica è una patologia, tipica della gravidanza, legata alla cattiva funzionalità del fegato. Si tratta di un’anomalia nella secrezione biliare.

Toxoplasmosi, una proteina previene la malattia

Eccoci di nuovo a parlare di Toxoplasmosi. Tempo fa, noi di Tuttomamma vi avevamo aggiornato con una nuova terapia prenatale per proteggere il bambino dai rischi di questo pericoloso parassita. In questo campo però c’è una novità molto interessante. Uno studio, finanziato dal National Institutes of Health e dal Veteran’s Administration, dimostra come le modifiche apportate a un solo gene, denominato ROP18 e responsabile della malattia, permettono di risolvere i rischi della toxoplasmosi.

Queste modifiche, infatti, sono in grado di disattivare delle proteine della cellula ospite che altrimenti  fornirebbero al parassita la possibilità di formare una sorta di bolla, in grado di proteggerlo una volta dentro la cellula ospite.

Gambe gonfie in gravidanza, esercizi per combatterle

In gravidanza è facile ritrovarsi con gambe e caviglie gonfie e pesanti. Durante i nove mesi, infatti, la microcircolazione può rivelarsi problematica anche per chi non ha mai avuto problemi prima della gravidanza. Il senso di pesantezza e di gonfiore alle gambe è dovuto principalmente ad una perdita di elasticità delle pareti venose che determina un rallentamento del ritorno venoso e linfatico. Nello specifico, la stasi venosa, durante la gestazione, è favorita dagli ormoni, dalla sedentarietà e dalla compressione che il pancione esercita sulle vene delle pelvi e dell’addome.

Fare del movimento regolarmente aiuta a riattivare la circolazione delle gambe e a combattere e prevenire il gonfiore e la pesantezza. Una semplice passeggiata, una nuotata o degli esercizi mirati, infatti, stimolano la cosiddetta pompa muscolare e facilitano la risalita del flusso sanguigno dal basso verso l’alto.