Quando i bambini sono molto piccoli a volte è difficile capire perchè piangono. I neogenitori spesso si trovano smarriti davanti al pianto del neonato e prima di arrivarne a capire le cause, quando accade, fanno molteplici tentativi. In futuro però potrebbe essere più semplice individuare le ragioni del malessere del piccolo grazie a uno studio spagnolo il quale è riuscito a decifrare il pianto del bambino osservandone la mimica facciale e, in particolare, i movimenti oculari.
Un team di studiosi dell’università di Valencia, guidata dal dottor Mariano Choliz, ha infatti decifrato il pianto di venti bambini di età compresa fra sei e diciotto mesi giungendo alla conclusione che i bambini afflitti da un dolore piangono con gli occhi chiusi mentre quelli in preda alla rabbia o alla paura li tengono bene aperti.
Inoltre, il pianto dovuto al dolore, per un colica o un mal d’orecchi ad esempio, è caratterizzato da una evidente tensione muscolare della fronte e delle labbra. Il piccolo tiene la bocca aperta e le guance sollevate e non apre mai gli occhi se non per pochi secondi. Il pianto da dolore inoltre è improvviso e alla massima intensità sin dal suo esordio.
Diverso è invece per il pianto dovuto a rabbia o paura che aumentano di intensità man mano che il bambino piange. Più precisamente, quando il è piccolo arrabbiato tiene gli occhi aperti o semiaperti e lo stesso vale per la bocca. Quando invece il bambino piange per paura tiene gli cohhi ben aperti per tutto il tempo e muove la testa all’indietro.
Esattamente come accade nel pianto per rabbia, l’intensità del pianto da paura aumenta gradualmente ma dopo un certo tempo questo tende a diventare esplosivo. Una volta imparato a riconoscere i segnali, dovrebbe risultare più facile mettere in pratica le azioni utili a far cessare il painto del piccolo.
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