Se fino a ieri la situazione sull’ormai famigerato batterio Killer sembrava essersi un pò pacata e aver preso una piega più rassicurante, ora sembra invece di nuovo confusa e non si escludono nuovi allarmi.
Ma cominciamo dall’inizio: dapprima l’allarme era stato lanciato per tutte le verdure prodotte in Germania e per il salame, poi l’altro ieri (6 giugno) si era quasi convinti che i cibi a rischio fossero solo i germogli di soia.
Il ministro dell’Agricoltura tedesco Gert Lindermann (Cdu) aveva infatti affermato che confezioni contenenti germogli di soia erano state rinvenute nelle zone in cui ha colpito il batterio mutante di Escherichia Coli e che era inoltre stata anche individuata l’azienda, produttrice di prodotti biologici, che pare aver distribuito i germogli da consumare crudi.
La Germania stava però attendendo lunedì per lanciare l’eventuale allarme in Europa (che sarebbe il secondo nel giro di nemmeno un mese dopo quello “falso” sul cetriolo spagnolo, per cui l’eurodeputato Francisco Rosa Wagner ha chiesto a Strasburgo un risarcimento per i produttori dell’ortaggio ingiustamente colpiti), anche perchè se è vero che la situazione potrebbe essere poco preoccupante per quanto riguarda i germogli di soia, potrebbe invece rivelarsi ancora più grave per altri versi.
Quali?
L’azienda in questione (oggi chiusa dalle autorità sanitarie) non si occupava solo di germogli di soia, piuttosto distribuiva ben 18 altri tipi di semi (tra cui lenticchie, ravanelli, fagioli mungo, piselli…) che potrebbero essere a rischio in quanto cresciuti nelle botti con vapore, ambiente ideale per la proliferazione di batteri.
A peggiorare il pronostico c’è il fatto che l’azienda si occupava anche della distribuzione dei semi e dei germogli nei ristoranti e nei supermercati, ma per fortuna (almeno per noi) sembrano essere stati distribuiti solo in Germania (precisamente in 5 regioni: Amburgo, Schleswig-Hoelstein, Makleburgo-Pomerania, Assia e Bassa Sassonia).
Oggi però 8 giugno, le notizie sembrano nuovamente ricapitolare: sono scagionati anche i germogli di soia dallo stesso ministro dell’Agricoltura della Bassa Sassonia, perchè i controlli sui 40 campioni hanno dato esito negativo almeno a 23 di essi.
La ricerca del batterio ricomincia nuovamente e certamente con una sequela di alimenti sospetti, aziende accusate e consumatori, per riprendere il commento della Coldiretti, psicotici.
Ma come non esserlo con tutti questi annunci contraddittori? Come dire ai consumatori di preoccuparsi dei danni economici e di non avere reazioni schizofreniche con queste premesse?
1 commento su “Autorità e consumatori psicotici per il batterio killer”