Sei mamma di una piccola peste che dice sempre di no? Stai seriamente pensando di chiamare S.O.S Tata? Non ti abbattere oggi cercheremo di vedere come gestire il comportamento di tuo figlio. Solitamente l’età del no corrisponde ai 24 mesi, ma in alcuni bambini arriva anche verso i tre anni e si manifesta con atteggiamenti di negazione, irritabilità, impulsività. In questa fase i bambini non giocano allo stesso gioco per più di pochi minuti e i nostri tentativi di interagire con loro e dialogare falliscono miseramente.
Ma cosa rappresenta questo atteggiamento per la crescita e lo sviluppo della personalità dei nostri figli? Il no è sintomo della loro ricerca di indipendenza, è un modo per affermare il loro essere e delimitarlo, creando una distanza tra loro e noi. La buona notizia è che questo periodo che solitamente dura un anno, rappresenta un momento di transizione che passa, lasciando spazio poi ad un bambino più malleabile e disposto al dialogo.
Come gestire però questo tipo di comportamento, quando si presenta? E’ meglio essere intransigenti oppure dobbiamo essere morbidi?
In questo periodo il rifiuto può arrivare per qualunque proposta, anche la più allettante, ma di solito la negazione arriva quando si propone di fare il bagnetto, di andare a letto, di mangiare etc. In primis non dobbiamo prendere il no come un affronto personale e vivere questo momento con eccessiva frustrazione.
Vediamo alcuni consigli da seguire:
- Non dare eccessiva importanza a questi comportamenti, i bambini sono molto furbi e capiscono quando hanno catturato la nostra attenzione e ci hanno innervositi, cerchiamo di non mostrare loro il nostro disagio.
- Non puniamoli quando dicono no. Questo sarà solo un pretesto per reiterare la risposta negativa.
- Quando gli facciamo una domanda, poniamola in modo che la risposta no non sia prevista, diamo sempre un’alternativa: preferisci mangiare andare a dormire con il tuo pupazzo preferito oppure con il cuscino di Topolino? Vuoi giocare con le costruzioni o vuoi colorare il tuo quaderno?
- Se dobbiamo interrompere il momento del gioco per uscire o comunque per passare ad un’attività più noiosa, non facciamolo bruscamente, lasciamo sempre qualche minuto per permettergli di terminare quello che stava facendo.
- Poniamo poche regole, la vita del piccolo non può essere regolamentata 24 ore su 24, non deve sentirsi controllato a vista, altrimenti saremo noi a trasmettergli il concetto della negazione continua: questo non si tocca, questo non si fa.
- Ci sono situazioni nelle quali non si può dare un’alternativa, in cui il piccolo dovrà comportarsi nel modo in cui desideriamo. In questo caso dobbiamo essere fermi ma non porre la cosa in modo imperativo, mostriamo il nostro dispiacere dicendo: Mi dispiace ma ora è proprio il momento di andare a letto. Quando non ci sono alternative, non torniamo mai sui nostri passi, ciò ci farebbe perdere di credibilità, comunicando al piccolo che può sempre trovare il modo per aggirare i nostri discorsi.
Non mi resta che dirvi di armarvi di santa pazienza e di cercare sempre di mantenere la calma, argomentate i vostri discorsi e cercate di comunicare con tuo figlio.