Come ben sanno molte di noi mamme, anche i bambini russano. Talvolta può trattarsi di un disturbo momentaneo dovuto, ad esempio, a un brutto raffreddore ma in alcuni casi può accadere sistematicamente a causa di problemi di tonsille e adenoidi. La roncopatia (così gli esperti definiscono il russare) può però essere spia di un altro problema un po’ più serio: l’apnea ostruttiva del sonno.
Proprio di recente un gruppo di studiosi statunitensi ha ricordato che questo problema affligge un bambino su cinque, soprattutto nella fascia di età compresa fra due e sei anni (anche se può insorgere praticamente a qualunque età) sottolineando , allo stesso tempo, quanto sia importante una diagnosi tempestiva.
L’apnea ostruttiva del sonno, infatti, comporta un rallentamento, o un arresto, della respirazione durante il riposo notturno compromettendone la qualità. Il bambino cioè, a causa dei risvegli improvvisi dorme male e questo può renderlo irritabile, ansioso, distratto e aggressivo durante il giorno.
Inoltre, in conseguenza delle difficoltà respiratorie, il piccolo può tendere a respirare con la bocca invece che con il naso, anomalia dalla quale può derivare uno scarso sviluppo del palato. Nei casi più gravi l’apnea ostruttiva del sonno (indicata anche con l’acronimo OSA) può essere cuasa di patologie polmonari, gastrointestinali e cardiovascolari.
Si comprende quindi quanto sia fondamentale correre ai ripari e sottoporre il piccolo alle cure adeguate. Se si sospetta che il bimbo possa avere questo problema o, più semplicemente, se ci si accorge che russa abitualmente, è consigliabile dunque consultare il pediatra che prescriverà se lo ritiene opportuno, in seguito all’esame fisico, analisi specificihe tra le quali la polisonnografia.
Il più delle volte l’apnea ostruttiva è causata da problemi di tonsille e adenoidi che rilassando il tessuto della gola impediscono il passaggio dall’aria. In questi casi il trattamento è chirurgico e la guarigione si ha nella gran parte dei casi.
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