Il vostro bambino ha male alla testa e non sapete come aiutarlo. Prima di farvi prendere dal panico, sappiate che l’emicrania in età pediatrica è un disturbo molto diffuso fin dalla nascita. Esistono diversi tipi di cefalee: ci sono quelle essenziali, che non hanno una causa riconoscibile e spesso possono essere associate a un disturbo di carattere psicologico (problemi in famiglia o a scuola), e poi quelle sintomatiche che nascondo veramente un problema, che può essere di piccola entità come una sinusite o molto grave come il tumore.
La prima cosa da ricordarsi è quella di non dare farmaci. Non bisogna essere tentati dagli antidolorifici, soprattutto se non c’è una prescrizione medica. Non bisogna però neanche sottovalutare il problema: chiedete quindi il consulto del vostro pediatra.
Il primo esame diagnostico è una valutazione clinica che può poi portare a degli esami più approfonditi, come la tac, la risonanza o l’elettroencefalogramma, o semplicemente chiudersi con la visita del dottore. La prima cosa, invece, da fare a casa è chiedere al bambino quanto male ha, perché anche valutare l’intensità del dolore è molto importante così come verificare se non ci sono altri sintomi, quali nausea e febbre o disturbi della vista.
Per diagnosticare la causa in modo accurato, è consigliabile che i genitori tengano un diario affinché sia possibile risalire alla frequenza e alla durata di queste emicranie. Fate poi dei controlli oculistici regolari. I difetti della vista, anche leggeri, comportano spesso dei dolori alla testa, dovuti proprio allo sforzo della vista. Un altro elemento cui bisogna fare attenzione sono i disagi psicologici: magari a scuola è successo qualcosa di cui non vi ha parlato o in casa vive una situazione di ansia e di stress. Questi stati si manifestano con il mal di testa, ma possono poi comportare problemi di altro genere.
L’uso di medicinali (calcioantagonisti, betabloccanti, antidepressivi, magnesio ecc.) è solo nei casi più gravi (più di 4 episodi al mese della durata di più di 4 ore con intensità medio-grave) e deve essere il pediatra a valutare la necessità di una terapia simile. Mi raccomando, care mamme, non fate mai da sole.
[Fonte: Corriere]
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