È meraviglioso portare i bambini in vacanza, soprattutto quando si va in luoghi lontani, così diversi dal Paese in cui viviamo. I loro occhi si spalancano con sorpresa sul mondo. E’ importante, però, fare molta attenzione alle profilassi e alla prevenzione. Partiamo quindi dalla storia del bimbo di 6 anni morto all’ospedale Maggiore di Novara per sospetta malaria dopo una vacanza in Africa. Per il piccolo era il terzo viaggio in Africa e non aveva mai avuto problemi di salute.
Nell’ultima vacanza, terminata il 25 agosto, dopo una settimana di febbre è stato ricoverato a Novara e venerdì scorso è mancato. Il primo sospetto è stato un semplice influenza, forse un po’ più aggressiva, invece la diagnosi ufficiale è malaria, che se non curata in modo tempestivo può causare il decesso. Il Corriere della Sera ha intervistato Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip) e responsabile del Centro per il Bambino Viaggiatore dell’Ospedale Policlinico di Milano, non tanto per analizzare il caso in questione, ma per riflettere sulle misure preventive che devono prendere prima di affrontare certi viaggi. Il bimbo di Vercelli, infatti, ha preso la malaria nonostante la profilassi.
L’efficacia della profilassi antimalarica nei confronti della malaria mortale è quasi totale e chi acquisisce la malaria a fronte di una profilassi ben condotta presenta forme curabili. Ricordo, inoltre, che nei 6 mesi successivi al rientro da un viaggio in zone a rischio, se il bambino presenta sintomi quali febbre alta superiore a 38 o brividi persistenti, è opportuno andare subito in pronto soccorso. Spesso infatti la febbre, soprattutto nei bambini, viene confusa con altre patologie: per questo è importante escludere un pericolo di malaria. La malaria, infatti, nei bambini ha un’evoluzione rapida con rischi mortali. La tempestività di intervento è fondamentale.
La dottoressa inoltre ha ricordato che le famiglie italiane tendono a sottovalutare la prevenzione, soprattutto i viaggiatori abituali.
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