Bambini più bravi a scuola con il “tutorato fra pari”

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Tra i banchi di scuola nascono delle vere e proprie amicizie. I più fortunati (ma anche i più bravi) sono in grado di portarsi questi affetti per tutta la vita. I compagni sono una spalla per affrontare le difficoltà scolastiche, sono un buon motivo per staccarsi dai genitori e sono anche la scusa giusta per trovare la propria indipendenza. Ma c’è di più, possono essere anche un sostegno per migliore il rendimento scolastico.

So bene che non è sempre così, che sono più facili le influenze negative, che quelle positive e che è sempre più diffuso un fenomeno chiamato bullismo. Un gruppo di ricercatori ha però studiato un fenomeno molto interessante. Si chiama il peer tutoringtutorato fra pari – ovvero la capacità degli amici di scuola di sostenersi, già all’età di 6-8 anni, e di aiutarsi negli studi. Se ci pensiamo, è una cosa molto diffusa tra gli studenti più grandi, soprattutto gli universitari.

Secondo gli esperti della School of Education della Durham University, bastano 20 minuti a settimana per stimolare i bimbi e ottenere risultati strepitosi. Un piccolino aiutato in una particolare materia da un amichetto o da un ragazzo un pochino più grande riesce a imparare meglio che non con un insegnante di sostegno o di ripetizione. È chiamata anche forma di apprendimento cooperativo.

Durante lo studio inglese è emerso che i risultati di peer tutoring sono stati eccellenti e che il 92% degli insegnanti ha giudicato molto positivo questo progetto. È tra l’altro un’operazione molto economica: non servono pc, lavagne digitali e attrezzature multimediali. Ci vuole sono un quaderno, qualche libro e un po’ di privacy. Il problema di base è la messa in atto: non è facile da realizzare in classe. Spetta quindi ai genitori mettere a disposizione la loro casa per accogliere gruppi di studio.

[Fonte: La Repubblica]

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