I bambini non hanno grandi sogni, si accontentano delle piccole cose. Non pensano al valore di un giocattolo, ma quanto sia divertente. Sono più attratti da un sacchetto di carta rumoroso o da un fiocco, che da una bambola realizzata a mano. E quando crescono? Non cambia molto. Non è un caso che secondo uno studio dell’American Journal of Play, per un bimbo la felicità è giocare libero all’aperto.
Quante volte siamo preoccupate che ci siano dei pericoli, che si possa fare male. Tutte ansie capibili e condivise dal 99% delle mamme, eppure là dove noi vediamo eventuali pericoli, per loro invece è il posto più bello del mondo. E se ci pensiamo bene, questi nostri piccoli sono un po’ sfortunati. Noi siamo diventati grandi senza temere la presenza di un malintenzionato dietro l’angolo o la paura dei pirati della strada.
I nostri genitori, soprattutto se abitavamo in qualche paese di provincia, ci lasciavano andare e tornare da scuola da soli. I bambini di oggi sono iper-controllati, giustamente, e devono rinunciare alla libertà di giocare all’aperto senza una mamma ansiosa che li curi in ogni minuti. Ma non è l’unico ostacolo. Nelle grandi città scarseggiano sempre di più aree verdi dove il bimbo può correre e andare in altalena (senza il rischio di cadere tra le siringhe). Non è certo un bel ritratto, ma è verosimile.
Da un punto di vista pedagogico, inoltre, il gioco è per loro esperienza di vita, simulazione della realtà. Li aiuta a relazionarsi con gli altri bambini e ovviamente a comunicare, all’interno di un gruppo di coetanei dove si creano delle gerarchie. Anche qui però possono subentrare degli ostacoli. Per esempio, la diffusione di quel fenomeno chiamato “bullismo”. Secondo gli esperti, infine, i limiti al gioco libero non sono da ricercarsi solo per le strade, ma anche in casa. La televisione e i videogame sono diventati ottimi babysitter, non sempre salutari ed educativi.
[Fonte: Corriere]
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