I bambini figli di immigrati irregolari avranno diritto al pediatra

“Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere”. Tutti i bambini hanno diritto alla vita e alla salute, è un loro sacrosanto e inalienabile diritto anche se i loro genitori li hanno portati in una terra straniera da clandestini. Ed anche se questa è la loro condizione hanno diritto all’assistenza migliore esattamente come tutti gli altri bimbi che in quella terra ci sono nati o ci vivono da immigrati regolari. Si basa su questo presupposto il documento che il ministro della salute Renato Balduzzi presenterà questa settimana ai medici della Società Italiana di Medicina dell’Immigrazione e che sarà approvato a breve dalla conferenza Stato-Regioni.

Si tratta di un documento di indirizzo che avrà applicazione immediata e che uniformerà la normativa e la prassi relativa all’assistenza sanitaria per i cittadini stranieri che in questo momento variano di regione in regione. Il documento prevede infatti l’adozione del pediatra di base per tutti i figli di immigrati sia regolari che irregolari. Possibilità che fino ad oggi era garantita, almeno per quanto riguarda i bambini irregolari, in una sola regione: l’Umbria.

In altre regioni di’Italia invece la cura di questi piccoli è affidata a consultori, ospedali o servizi territoriali non necessariamente dedicati all’infanzia. Il presidente della Simi e responsabile sanitario della Caritas, Salvatore Geraci, definisce il documento un salto culturale che cancella le diseguaglianze. D’altra parte è la risposta a un problema sanitario che esiste: sei pazienti su dieci visitati alla caritas sono clandestini, in molti casi in condizioni di salute critiche.

Quando si tratta di bambini poi si capisce come la situazione sia ancora più delicata e nessuno vorrebbe mai che a fare le spese della povertà, dell’odio e della discriminazione fossere proprio i bambini, i più fragili, i più indifesi.

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