Sono numerose le famiglie italiane che ospitano un gattino nella propria casa. L’amata bestiola diventa però una presenza poco gradita quando arriva un bambino, perché si teme che sua portatore di toxoplasmosi. Questo è un grave errore, perché i nostri animali domestici sono puliti e curati. Care mamme, non dovete sbarazzarvi del vostro amico a quattro zampe. E come si concilia la presenza di un gattino con un neonato?
Sono tanti i timori che assalgono la coppia, come la paura che l’animale possa far male al neonato o che i due non vadano d’accordo o che il bambino già grandicello possa maltrattare il micio. State tranquilli. Il rapporto con il micio sarà di stimolo e renderà il bambino molto più sensibile e rispettoso. Ovviamente la condizione deve essere che si instauri un’interazione corretta fra il bambino e l’animale, con l’aiuto dei genitori e stabilendo delle regole.
La prima cosa da fare è capire se il neonato è allergico: la coabitazione altrimenti non è fattibile. Il gatto deve essere visitato da un veterinario e deve avere tutte le vaccinazioni di base. Sebbene il gatto sia un animale di per sé molto pulito, è sempre bene mantenere un alto grado di pulizia. Quando il bimbo è molto piccolo, cercate di evitare che il gatto vada nella culla o di girare nella stanza del bebè, se sul lettino non c’è almeno una retina di protezione. Il calore del corpo del piccolino sono molto invitanti per il gatto.
Quando il bambino sarà più grande tutto sarà più naturale. Bisognerà insegnare al piccolo a non essere aggressivo, mai. Gli animali attaccano solo per difesa, quindi ci deve essere una certa gentilezza nei movimenti. Ricordiamo poi che stiamo parlando di bestie intelligenti che sanno riconoscere un cucciolo e di conseguenza sanno anche accettare un atteggiamento un po’ più goffo.
Photo Credits | Shutterstock / Africa Studio