Secondo il nono rapporto “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici“, presentato qualche giorno fa a Roma da Cittadinanzattiva, le scuole italiane sono ancora ben lungi dall’assicurare ai bambini disabili il diritto allo studio.
L’indagine ha riguardato 88 scuole in 12 regioni italiane ed ha messo in luce una realtà a dir poco sconfortante: tanto per cominciare, infatti, ha rilevato che solo l’11 per cento degli edifici scolastici nel nostro paese dispone di un ingresso privo di barriere architettoniche. Una banalità che invece quasi non esiste.
E se i bimbi disabili non possono neppure entrarci come si deve a scuola, figuriamoci muoversi agevolemente al suo interno: nella gran parte dei casi anche palestre, laboratori scientifici, mense, segreterie e persino aule e bagni sono loro difficilmente accessibili con la conseguente impossibilità di seguire normalmente le lezioni e di socializzare con i compagni.
Tutto questo nonostante le numerose sentenze di condanna, da parte di Tribunali regionali amministrativi, Consiglio di stato e Corte costituzionale, delle scuole che non hanno rispettato le leggi che impongono loro l’abbattimento di qualsiasi tipo di barriera architettonica.
Come se non bastasse, dal rapporto si evince poi il mancato rispetto delle leggi anche in tema di insegnamento di sostegno: il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili dovrebbe essere di uno a due, ma l’obiettivo è lontano con poche eccezioni, quasi tutte ubicate al nord del paese.
Difficile anche coinciliare i tempi di riabilitazione e terapia con quelli scolastici e partecipare ad attività extra scolastiche come gite ed attività ricreative. Insomma, molte volte è difficile fare tutto per un bambino disabile. Difficile vivere. Con immensa tristezza ci tocca ammetterlo.
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