Molto spesso alcuni genitori, in assoluta buonafede, tendono a considerare normale il fatto che durante la notte il loro piccolo russi regolarmente. Purtroppo però non sempre è così: si stima infatti che circa il 2% dei bambini che russano (il 13% in totale) sia affetto in realtà dalla Sindrome di apnea ostruttiva del sonno (OSAS), una patologia che può manifestarsi anche con l’interruzione, per alcuni secondi, dell’atto respiratorio e che se non adeguatamente curata rischia di causare seri problemi di salute al piccolo.
L’apnea notturna non curata può infatti generare un rallentamento nella crescita, problemi cardiaci e appare correlata a stanchezza diurna, deficit di attenzione e iperattività con notevoli ricadute sul rendimento scolastico del bambino. Per questo motivo l’APA (Accademia Pediatrica Americana) ha raccomandato ai pediatri di visitare molto attentamente i piccoli affetti da roncopatia.
In genere il problema fa la propria comparsa fra il secondo e il quinto anno di vita e può essere causato da fattori quali l’eccessivo sviluppo di adenoidi e tonsille (ciò che tecnicamente viene definito ipertrofia adenotonsillare) o da problemi a livello delle strutture aeree, quali il setto nasale deviato, e può risultare correlato e/o aggravato da fattori quali l’obesità.
Allo scopo di individuare i casi di sindrome di apnea notturna, il pediatra potrebbe prescrivere una polisonnografia notturna, un’analisi che è possibile fare anche senza ricoverare il bambino, finalizzata a rilevare, fra l’altro, la durata di eventuali episodi di apnea, un esame otorinolaringoiatrico o una visita dentistica. Uno dei metodi risolutivi più diffusi sarebbe l’asportazione di tonsille e adenoidi, efficace nel 95% dei casi, ma attualmente si ricorre sempre più spesso a terapie farmacologiche.
Quindi, se il vostro bimbo russa regolarmente durante la notte rivolgetevi al pediatra perchè proceda ad una diagnosi adeguata e vi indichi le analisi e le terapia adeguate al vostro caso.
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